Editoriale

“La vita, se ben vissuta, è lunga abbastanza”

di Adolfo Spezzaferro -


La vita, se ben vissuta, è lunga abbastanza”. Sagge parole, quelle di Seneca, che di (brevità della) vita se ne intendeva. Viviamo in un’epoca in cui la scienza e la tecnologia promettono di estendere sempre più la durata della vita. Tuttavia, il nodo non è quanto a lungo possiamo vivere, bensì come vogliamo vivere. Ovvio che tutti (o comunque la maggioranza degli esseri umani) vorrebbero vivere in eterno, ma quando se la immaginano questa vita infinita, si vedono giovani.

L’elisir di eterna giovinezza, è questo che affascina e seduce dalla notte dei tempi. Nessuno vuole invecchiare e una volta vecchio vivere in eterno. Così sembra più una maledizione egizia che un miracolo. Non ha senso immaginare un’esistenza che si prolunga per decenni se questo significa trascorrere molti anni segnati da sofferenze, fragilità e malattie croniche. La qualità della vita dovrebbe prevalere sulla quantità, perché ciò che rende prezioso il tempo non è la sua lunghezza, ma la possibilità di viverlo in pienezza. Vi sembra la sagra dell’ovvio, lo sappiamo. Ma a volte la verità è banale, pur essendo appunto la verità. Molti progressi della medicina hanno permesso di ridurre la mortalità e aumentare l’aspettativa di vita. Ma troppo spesso questo ha significato aggiungere anni vissuti in condizioni di salute precarie, con il corpo e la mente limitati. Una società che punta solo ad “allungare” la vita rischia di trasformare la vecchiaia in un lungo percorso di dipendenza e dolore, invece di valorizzare l’esperienza e la dignità degli anziani. Per questo l’obiettivo principale della scienza non dovrebbe essere quello di forzare i limiti biologici della durata della vita umana, ma piuttosto di prevenire e curare le patologie tipiche dell’età avanzata. Intervenire su queste condizioni significa restituire autonomia, lucidità e benessere, permettendo agli individui di godere realmente del tempo che hanno, anche nella cosiddetta terza età (che in verità si inaugura sempre più avanti negli anni).

Anche la società deve cambiare prospettiva: la vera conquista sarebbe garantire a ciascuno la possibilità di arrivare alla terza età con energie, curiosità e capacità relazionali. Ciò richiede investimenti in prevenzione, campagne di sensibilizzazione, stili di vita sani, assistenza di qualità e ricerca medica orientata al miglioramento della salute, non al semplice prolungamento della speranza di vita. Vivere bene significa dare valore a ogni giornata, coltivare relazioni, mantenere il corpo attivo e la mente vivace. Vivere a lungo, senza queste condizioni, rischia invece di essere solo un prolungamento dell’attesa del fatidico ultimo giorno. Il compito della scienza e della società dovrebbe essere non quello di regalarci più anni a tutti i costi, ma di donarci più vita dentro agli anni.


Torna alle notizie in home