Editoriale

Le armi spuntate dell’Ue non possono fermare Netanyahu

di Adolfo Spezzaferro -


Le (eventuali) sanzioni Ue contro Israele sono acqua fresca rispetto a quello che servirebbe per fermare il premier Netanyahu. Il genocidio conclamato del popolo palestinese, la deportazione di massa, la distruzione di Gaza City per spartirsi la ricostruzione con gli Usa – come ha rivelato il ministro israeliano Smotrich – fanno parte di un piano infernale che le armi spuntate di Bruxelles non scalfiscono minimamente.

Visti poi i tempi lentissimi del dinosauro burocratico Ue, prima che le sanzioni entreranno in vigore, Israele avrà già spianato tutto. Ancora una volta dunque facciamo nostro l’appello di papa Leone XIV che ieri da Piazza San Pietro ha invocato “un’alba di pace”.

Il Pontefice ha rinnovato la sua vicinanza al popolo palestinese costretto ad abbandonare la propria terra e ha denunciato le condizioni inaccettabili in cui vive. Papa Prevost ci indica tutte le volte la via, l’unica via: cessate il fuoco, liberazione degli ostaggi, dialogo e negoziati, rispetto del diritto umanitario internazionale. Ad oggi non una di queste richieste è all’orizzonte.


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