Attualità

Madonna di Trevignano, nessun miracolo. Santona scomunicata

di Rita Cavallaro -


La Chiesa pone la pietra tombale sulle apparizioni della Madonna a Trevignano. È arrivata la scomunica ufficiale alla santona Gisella Cardia, la veggente che ormai da anni, ogni 3 del mese, attira migliaia di pellegrini allettati dalle presunte apparizioni della Vergine Maria. Fenomeni soprannaturali finiti al centro della Commissione di esperti istituita presso la Diocesi di Civita Castellana, per certificare la fonte e la veridicità del miracolo. E il verdetto è stato impietoso: “Constat de non supernaturalitate”. Il decreto della Diocesi, infatti, ha certificato la non soprannaturalità delle apparizioni, bollando Gisella come “inattendibile” e “autoreferenziale”, a seguito del “processo” condotto da un mariologo, un teologo, un canonista, uno psicologo e da alcuni consulenti esterni che hanno approfondito tutti gli aspetti, in una relazione che non lascia dubbi sulla fumosa attività, tutta terrena, della Cardia. Tanto che la veggente è stata formalmente scomunicata. Il vescovo Marco Salvi, che ha firmato il documento, lo ha scritto nero su bianco: “Impongo ai sacerdoti il divieto di celebrare i sacramenti o guidare atti di pietà popolare in modo tale da connettere entrambi, in modo diretto e indiretto, con gli eventi di Trevignano Romano, sia nei terreni di proprietà dell’associazione “Madonna di Trevignano Ets” che in altri luoghi privati, pubblici ed ecclesiali; di recarsi nel luogo dell’apparizione alimentando nei fedeli l’idea che vi sia un qualche riconoscimento ecclesiale; impongo a Gisella Cardia (all’anagrafe Maria Giuseppa Scarpulla), a Gianni Cardia e a tutti i soggetti a vario titolo coinvolti negli eventi di Trevignano, il rispetto e l’adesione alle decisioni del vescovo diocesano, nonché la disponibilità a compiere un percorso di purificazione e discernimento che promuova e mantenga l’unità ecclesiale”. E poi il divieto ai fedeli: “Avverto i fedeli circa l’obbligo disciplinare e spirituale derivante dal pronunciamento ecclesiale di astenersi dall’organizzare e/o partecipare ad incontri privati e/o pubblici (siano essi di preghiera e/o di catechesi) che diano per certa e indubitabile la verità sovrannaturale degli eventi di Trevignano o che siano atti a fare pressione sul vescovo diocesano per modificare le proprie legittime decisioni sugli eventi stessi”.


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