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Maxi sequestro a Tulliani, l’ombra del caso Fini

di Ivano Tolettini -


Un nuovo capitolo si aggiunge alla vicenda giudiziaria che da anni coinvolge la famiglia Tulliani e, sullo sfondo, l’ex leader di Alleanza Nazionale Gianfranco Fini.

La dinamica

Il 30 aprile 2024 in primo grado c’è stata la condanna di Giancarlo Tulliani a 6 anni di reclusione per riciclaggio. Il tribunale a Fini ha inflitto 2 anni e 8 mesi, a sua moglie Elisabetta Tulliani 5 anni ed a suo suocero Sergio Tulliani 6 anni. Ieri il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza ha comunicato di avere eseguito un sequestro di beni per 2,2 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Roma nei confronti di Giancarlo Tulliani, residente a Dubai e tuttora latitante. Sigilli a una villa nella Capitale, conti correnti in Italia e all’estero, due auto, di cui una di lusso, e diversi beni mobili considerati frutto dell’attività illecita.

Il provvedimento

Il provvedimento affonda le sue radici nell’inchiesta esplosa nel marzo 2017 sui rapporti fra i Tulliani e il “re delle slot” Francesco Corallo, arrestato qualche mese prima. Un’indagine che svelò l’esistenza di un sistema di drenaggio del Prelievo erariale unico (Preu) sulle slot machines: oltre 85 milioni di euro non versati allo Stato e fatti fluire all’estero attraverso conti olandesi, britannici e società offshore. Secondo la Procura, una parte consistente di quei fondi rientrò in Italia finendo nei conti di Sergio, Giancarlo ed Elisabetta Tulliani.

Il lavoro delle Fiamme Gialle

Denaro privo di giustificazione economica, accompagnato da contratti fittizi, versamenti occultati e operazioni ripetute di schermatura. Un flusso che le Fiamme Gialle dello Scico hanno definito “incompatibile” con i redditi dichiarati dal nucleo familiare tra il 2008 e il 2015. Da qui la sproporzione patrimoniale alla base del sequestro preventivo. Il denaro, ricostruiscono gli inquirenti, veniva reimpiegato in attività economiche e immobiliari: compravendite, società estere, movimentazioni su conti offshore.

Le operazioni economiche

Tra queste operazioni spicca l’acquisto e la successiva vendita dell’appartamento di Montecarlo, immobile simbolo della lunga vicenda politica e giudiziaria che ha travolto anche Gianfranco Fini. Un’ombra mai del tutto dissolta, nonostante la posizione dell’ex presidente della Camera segua un percorso autonomo e distinto rispetto a quella dell’ex cognato. Con la condanna in primo grado del latitante Tulliani, i giudici hanno ordinato anche la confisca dei beni pari ai proventi illecitamente accumulati. Una sentenza non definitiva, ma già sufficiente a inquadrare la portata delle responsabilità contestate. Il sequestro arriva a poche settimane dalla decisione con cui la Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di Tulliani contro la custodia cautelare in carcere mai eseguita, confermando sia il quadro indiziario sia la sussistenza del pericolo di fuga.

La latitanza

La latitanza a Dubai resta infatti un elemento centrale nella valutazione dei giudici. Ora il procedimento patrimoniale si aggiunge a un mosaico investigativo che da quasi un decennio ruota attorno alla famiglia Tulliani, alle operazioni con Corallo e alle ripercussioni politiche che, seppur indirettamente, hanno segnato la parabola finale di Gianfranco Fini. Un caso che continua a riemergere, tra nuovi sigilli e antiche ombre, mostrando quanto lunga sia l’eco degli intrecci fra finanza, politica e giustizia.


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