Esteri

Medio Oriente, il conflitto pesa sulla corsa elettorale di Biden

di Redazione -


Gli Stati Uniti e il conflitto in Israele: la guerra a Gaza sta allargandosi in Medio Oriente, come dimostrano gli ultimi sviluppi in Libano, Iran, Siria e Mar Rosso, e l’Amministrazione Biden si sta preparando al rischio di un trascinamento più ampio nel conflitto della regione. Lo scrive Politico alla vigilia dell’atteso discorso del presidente a Volley Forge, sito storico della Guerra d’Indipendenza, che segnerà l’inizio della sua rincorsa alla Casa Bianca. L’evento cade nel terzo anniversario dell’insurrezione del 6 gennaio al Campidoglio.

Secondo il sito americano, i funzionari dell’Amministrazione Biden stanno elaborando piani per consentire agli Stati Uniti di rispondere a uno scenario in evoluzione – che Washington ha cercato per mesi di evitare – e che vede la guerra a Gaza trasformarsi in un conflitto regionale più ampio e prolungato.

Quattro funzionari che hanno familiarità con la questione, tra cui un alto funzionario, hanno rivelato le conversazioni interne sugli scenari che potrebbero potenzialmente trascinare gli Stati Uniti in un’altra guerra in Medio Oriente.

Secondo tre funzionari statunitensi con conoscenza diretta delle discussioni, in particolare l’esercito sta elaborando piani per rispondere agli Houthi che hanno attaccato le navi commerciali nel Mar Rosso, attraverso raid contro loro obiettivi nello Yemen.

Nel frattempo l’intelligence sta valutando come anticipare e respingere possibili attacchi contro i militari americani da parte delle milizie filo-iraniane in Iraq e Siria. Per mesi, dietro le quinte, Washington ha esortato Teheran a persuadere i suoi ‘proxy’ a ridurre i loro attacchi, ma senza alcun risultato, ed il timore – alla luce degli ultimi sviluppi regionali – è che la violenza possa solo aumentare nei prossimi giorni. Un’ulteriore escalation non sarebbe una grande notizia per Biden a 10 mesi esatti dalle presidenziali, proprio mentre si sta mettendo in moto la macchina elettorale e la sua campagna lo spinge a concentrarsi su questioni interne. Gli sviluppi mediorientali, secondo Politico, sono pericolosi non solo per la sicurezza regionale, ma anche per le sue possibilità di rielezione.

Entrato in carica con la promessa di porre fine alle guerre, realizzata con il caotico ritiro dall’Afghanistan, il presidente sta chiudendo il suo mandato ergendosi a paladino della difesa dell’Ucraina e sostenitore chiave della ritorsione di Israele contro Hamas. Biden ha promesso di sostenere l’Ucraina “per tutto il tempo necessario” restando fermamente al fianco di Israele. Dal canto suo Donald Trump, il suo più probabile sfidante, si è vantato di poter porre fine all’invasione russa in poche ore e ha sostenuto che gli Stati Uniti dovrebbero adottare un approccio meno diretto nello scontro tra Israele e Hamas.

La reazione a catena partita dalla Striscia di Gaza potrebbe avere effetti anche sulla corsa alla Casa Bianca. Un sondaggio di novembre di Quinnipiac ha evidenziato che l’84% degli americani era molto o abbastanza preoccupati dal fatto che gli Stati Uniti sarebbero stati coinvolti nel conflitto in Medio Oriente. E ogni mese che passa, sempre più americani temono che l’Amministrazione Biden offra troppo sostegno materiale all’Ucraina.


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