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Politica

Meloni verso il Consiglio Ue: “Niente forzature sugli asset russi”

La posizione della premier scettica sull'uso dei beni congelati: "Aperti a ogni soluzione"

di Maria Graziosi -


Giorgia Meloni alla Camera dei Deputati fa il punto della situazione sugli asset russi e sui temi centrali che saranno sul tavolo del prossimo Consiglio europeo. La premier ha le idee chiare. E spiega che “se si decide di andare verso questa direzione”, ossia quella di utilizzare i beni congelati, si tratterebbe di scegliere una risposta “miope”. Che rischia, inoltre, di “rivolgere le attenzioni su un unico soggetto detentore dei beni sovrani russi congelati”. Cioè “il Belgio, quando anche altre nazioni partner hanno asset immobilizzati nei rispettivi sistemi finanziari”.

Meloni, gli asset russi e il Consiglio

Per la premier italiana non è in discussione la posizione italiana a favore di Kiev. “La nostra volontà di aiutare il popolo ucraino non è mai stata e non sarà mai in discussione. Desidero ricordare in questa sede che proprio sotto la presidenza italiana del G7 è stato raggiunto il primo storico ma allo stesso tempo solido giuridicamente e finanziariamente compromesso per fare leva sui frutti dei fondi congelati russi”. E quindi ha proseguito: “Ma oggi come ieri abbiamo il dovere di cercare la soluzione più efficace per preservare l’equilibrio tra la fornitura di un’assistenza concreta all’Ucraina da un lato. E il rispetto dei principi di legalità, sostenibilità e stabilità finanziaria e monetaria dall’altro”.

“Aperti a tutte le soluzioni”

Eppure, una soluzione va trovata. Meloni lo sa e, scartati gli asset russi, si dice pronta a prendere in considerazione ogni altra proposta: “Siamo aperti a tutte le soluzioni e intendiamo privilegiare quella che meglio può garantire questo equilibrio, ma si tratta di decisioni complesse che non possono essere forzate”. La premier ha inoltre ribadito che nessun soldato italiano sarà inviato in Ucraina. E lo ha fatto non prima di aver lodato il fatto che Kiev abbia mostrato “anticorpi” alla corruzione, dopo gli scandali esplosi nelle scorse settimane.

L’impegno per la pace a Gaza

Diverso, invece, lo scenario su Gaza. Meloni, dopo aver aggiunto sulla vicenda degli asset russi che è sua intenzione chiedere alla Russia di pagare per la ricostruzione dell’Ucraina, ha fatto il punto sulla Palestina. “Gli Usa – ha detto la premier – ci hanno chiesto di contribuire a un progetto pilota per l’addestramento di 50 unità della polizia palestinese a Gaza in tempi rapidi. È un’attività in linea con l’impegno già in atto e che quindi siamo pronti a realizzare. Ma guardiamo con attenzione anche al contributo che potremmo assicurare alla Forza Internazionale di Stabilizzazione che sarà dispiegata sulla base della Risoluzione 2803 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite”.

La forza di pace per la Palestina

Meloni spiega che si tratterebbe di “una forza il cui ruolo a sostegno della stabilizzazione e della ricostruzione di Gaza è ritenuto fondamentale anche dall’Autorità nazionale. Ma su questo, a tempo debito, discuteremo con questo Parlamento”.  Infine ha spiegato: “Intanto, abbiamo già approvato un primo pacchetto di aiuti, che intendiamo, ora, integrare ulteriormente per portare un credibile impegno italiano alla conferenza sulla ricostruzione che dovrebbe svolgersi all’inizio dell’anno prossimo”.


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