Esteri

Netanyahu 50 minuti al telefono con Putin. Cosa si sono detti

di Angelo Vitale -


Il primo ministro Benjamin Netanyahu è uscito prima dalla riunione di gabinetto in corso e ha parlato per 50 minuti al telefono con il presidente russo Vladimir Putin. Il colloquio arriva in un momento di tensione con la Russia per la sua ferma posizione anti-israeliana nella guerra contro Hamas, e dopo che venerdì l’ambasciatore di Mosca aveva espresso commenti taglienti contro lo Stato ebraico alle Nazioni Unite.

Nella riunione settimanale del gabinetto di governo , Netanyahu aveva ringraziato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden per il veto da parte della sua amministrazione su una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che sollecita un cessate il fuoco e per l’approvazione di una spedizione urgente di circa 14mila munizioni per carri armati attesa al suo arrivo nel territorio dello Stato di Israele già oggi.

Il premier ha anche riferito di aver reso noto durante il fine settimana ai leader di Francia e Germania che “non si può sostenere l’eliminazione di Hamas da un lato, e dall’altro fare pressione su di noi per porre fine alla guerra”. Ribadendo poi che “i combattimenti a Gaza continuano con forza”.

Al telefono, Netanyahu “ha criticato con forza la pericolosa cooperazione tra Russia e Iran”. E’ quanto si legge in una nota dell’ufficio del premier israeliano, che dà conto della telefonata, la seconda tra i due leader dopo quella del 16 ottobre scorso, nella quale ha espresso anche “disappunto” per le parole pronunciate venerdì al Consiglio di sicurezza dell’Onu dal rappresentante russo. Aggiungendo che “qualsiasi paese che dovesse subire un attacco terroristico criminale come quello sperimentato da Israele agirebbe con una forza non inferiore a quella che sta usando” il suo Paese. Il primo ministro ha espresso apprezzamento per gli sforzi di Mosca per far rilasciare un cittadino israeliano con cittadinanza russa e “ha affermato che Israele utilizzerà tutti i mezzi, sia politici che militari, per liberare tutti gli ostaggi”.

Inoltre, Netanyahu ha chiesto alla Russia di esercitare pressioni sulla Croce Rossa affinché vengano effettuate visite e garantiti medicinali per gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

Vladimir Putin, dal suo conto, ha ribadito al telefono la “condanna del terrorismo in tutte le sue manifestazioni” e, riferisce il Cremlino, “allo stesso tempo è estremamente importante che la lotta alle minacce terroristiche non porti a conseguenze tanto disastrose per i civili”. Dopo quanto confermato da parte israeliana sul colloquio tra il premier israeliano e il presidente russo, il Cremlino ha confermato che al centro della telefonata c’è stata la “situazione grave nell’area del conflitto israelo-palestinese” e la “situazione umanitaria catastrofica” nella Striscia di Gaza.

La Russia ribadisce la disponibilità a “fornire tutta l’assistenza possibile per alleviare le sofferenze dei civili” e per una de-escalation del conflitto, innescato dal terribile attacco del 7 ottobre in Israele. Tra i dossier affrontati, precisa il Cremlino, anche il trasferimento dei cittadini russi e dei loro familiari e il rilascio degli ostaggi tenuti prigionieri nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre. Putin e Netanyahu, evidenziano da Mosca, hanno convenuto di proseguire i contatti.






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