Nordio chiede la revoca dell’arresto di Abedini: nessuna prova della condotta contestata dagli Usa
Il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha depositato alla Corte di Appello di Milano la richiesta di revoca degli arresti per il cittadino iraniano Abedini Najafabadi Mohammad, precisando che non ci sono prove della condotta contestata all’ingegnere svizzero-iraniano dagli Stati Uniti che avevano chiesto all’Italia il suo fermo, poi avvenuto il 16 dicembre allo scalo aereo di Milano Malpensa. Lo ha fatto sapere il ministero di via Arenula.
“In forza dell’articolo 2 del trattato di estradizione tra il governo degli Stati Uniti d’America e il governo della Repubblica italiana – afferma la nota del ministero guidato da Carlo Nordio – possono dar luogo all’estradizione solo reati punibili secondo le leggi di entrambe le parti contraenti, condizione che, allo stato degli atti, non può ritenersi sussistente”.
La prima condotta contestata al cittadino iraniano di “associazione a delinquere per violare l’Ieepa (International emergency economic powers act – legge federale statunitense) non trova corrispondenza nelle fattispecie previste e punite dall’ordinamento penale italiano”, viene precisato.
“Quanto alla seconda e terza condotta, rispettivamente di 2associazione a delinquere per fornire supporto materiale ad una organizzazione terroristica con conseguente morte” e di 2fornitura e tentativo di fornitura di sostegno materiale ad una organizzazione terroristica straniera con conseguente morte”, nessun elemento risulta ad oggi addotto a fondamento delle accuse rivolte, emergendo con certezza unicamente lo svolgimento, attraverso società a lui riconducibili, di attività di produzione e commercio con il proprio Paese di strumenti tecnologici avente potenziali, ma non esclusive, applicazioni militari”.
Come previsto, si conclude in questo modo la vicenda del fermo di Abedini in Italia che comportò – Iran e Italia smentiscono il legame tra i due fatti – l’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala a Teheran, poi liberata e rientrata nel nostro Paese.
Due giorni fa era pure emerso che nessuna richiesta di rogatoria era arrivata dagli Stati Uniti alla Procura della Repubblica di Milano per chiedere di poter acquisire il materiale sequestrato a Mohammad Abedini Najafabadi.
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