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Olanda, il governo cade dopo 11 mesi: sconfitta la linea dura di Wilders

di Giorgio Brescia -


Olanda, Geert Wilders, leader del Partito per la Libertà, ha ritirato il suo sostegno alla coalizione di governo, provocandone la caduta. Il governo, guidato dall’indipendente Dick Schoof, non è riuscito a superare nemmeno la boa del primo anno, era in carica da meno di un anno, formato il 2 luglio dell’anno scorso al termine delle consultazioni successive alla vittoria di Wilders che però non gli aveva assegnato i numeri sufficienti a governare senza cercare un’intesa con altre formazioni.

La coalizione era composta da quattro partiti: il PVV di Wilders, il Partito Popolare per la Libertà e la Democrazia (VVD), il Farmers Citizens Movement (BBB) e il Nuovo Contratto Sociale (NSC).

Dopo la sorprendente vittoria elettorale di Wilders nel novembre del 2023, la coalizione aveva concordato di adottare una delle politiche migratorie più restrittive d’Europa, un punto centrale del programma del PVV, che includeva la chiusura delle frontiere ai richiedenti asilo e altre misure dure contro l’immigrazione. Tuttavia, l’attuazione di queste misure è stata molto più lenta del previsto, causando tensioni e rallentamenti crescenti all’interno della coalizione. Wilders aveva quindi espresso frustrazione per la lentezza con cui il governo aveva introdotto quella che veniva vantata come la “politica sull’immigrazione più restrittiva di sempre”. In particolare, il PVV chiedeva l’approvazione immediata di un piano in dieci punti per limitare drasticamente l’asilo politico, ma gli altri partiti si erano rifiutati di sottoscrivere queste misure. Dopo mesi di colloqui e un precedente avvertimento a febbraio, Wilders ha deciso di ritirare i ministri del suo partito dalla coalizione, facendo così cadere il governo.

La crisi in Olanda evidenzia le difficoltà di governare con coalizioni eterogenee, soprattutto quando includono forze politiche con posizioni molto radicali come quella di Wilders che puntava ad accelerare la messa in campo di quanto promesso agli elettori. E, pur riflettendo la crescente influenza e pressione dei partiti di estrema destra in Europa che spingono per politiche più dure sull’immigrazione, evidenzia la resistenza che poi incontrano anche in forze alleate.

La caduta del governo apre ora una fase di incertezza politica nei Paesi Bassi, la quinta economia dell’Unione Europea e principale Paese esportatore: probabile che si vada a elezioni anticipate entro pochi mesi. Una crisi che arriva in una circostanza assai delicata, a poche settimane dal vertice Nato che si terrà il 24 e 25 giugno all’Aia dove si discuteranno temi cruciali come la spesa per la difesa e la situazione in Ucraina.


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