Attualità

Ottimismo ma anche attese: il sentiment delle imprese artigiane sulla crescita economica

di Roberto Falleri -


Ottimismo sulle possibilità della crescita ma un anche un sentiment generalizzato di preoccupazione e attesa per le scelte del Governo. È quanto merge dall’indagine condotta dalla CNA su un campione rappresentativo dell’artigianato e della piccola impresa (oltre 1.700 imprese).

Dal 5,4% degli intervistati, la previsione che l’economia italiana tornerà ai livelli pre-pandemia, il 18,3% confida nella ripresa ma le perdite saranno recuperate solo parzialmente. Toni più fiduciosi, quando si tratta di affrontare le aspettative sui risultati 2022 per la propria impresa con oltre il 40% del campione che indica risultati in crescita e quasi un’impresa su cinque prevede risultati migliori a quelli pre-pandemia.

Circa il 30% si aspetta un anno molto difficile. Pessimismo nel comparto del turismo, dove soltanto il 21,4% prevede risultati in crescita, nonché in quello del trasporto con il 28%, mentre il comparto dei servizi alle imprese primeggia per ottimismo con il 53,3% di aspettative positive, seguito dalle costruzioni (quasi un’impresa su due indica una crescita dei risultati) e dalla manifattura (43,4%).

Oltre il 50% degli intervistati considera la vaccinazione obbligatoria l’arma più efficace per sconfiggere il virus ma con risposte differenziate tra i vari settori. Nei servizi alla persona i favorevoli all’obbligo salgono al 61,1%, 56% nei servizi alle imprese quasi il 50% nella manifattura e nelle costruzioni. Introdurre lockdown per i soli non vaccinati non incontra il consenso degli imprenditori, appena il 10% si dice a favore con punte del 5,3% nel turismo e del 6,7% nei servizi alla persona.

L’andamento peggiorativo dell’emergenza sanitaria, con la quarta ondata che sta facendo emergere anche una automatica stretta dei consumi connessa alle restrizioni normative, è palesemente un elemento di rischio per la ripresa economica per il 41,8% delle risposte (concentrate nei settori che hanno più sofferto le restrizioni come servizi alla persona e trasporto), la stessa percentuale indica la scarsità di materie prime e semilavorati ma al primo posto con il 42% vengono indicati tensioni inflazionistiche e il caro-energia, in particolare nei comparti della manifattura e delle costruzioni.

Preoccupazioni per la crescita economica anche dal 37% delle risposte, circa la mancata attuazione delle riforme e degli investimenti previsti dal Pnrr, mentre il 33,5% teme una fase di instabilità politica. In secondo piano il venir meno dei sostegni per i settori ancora in difficoltà con il 21,6% delle risposte (ma il 50% nel turismo) e la carenza di manodopera qualificata (20,3%), con punte del 29,5% nelle costruzioni.


Torna alle notizie in home