Economia

Cambia la Pac, il contentino Ue non basta ai trattori

di Giovanni Vasso -


Mentre l’Agrifish annunciava l’ammorbidimento di molte delle misure più contestate della Pac, circa 250 trattori di Fugea, Fédération des jeunes agriculteurs (Fja), Fédération wallonne de l’Agriculture (Fwa), Réseau de soutien à l’agriculture paysanne (RéSap) e il coordinamento europeo Via Campesina hanno preso d’assalto la capitale belga. Scaricando patate e letame, scontrandosi con i cordoni di sicurezza mentre la polizia brussellese apriva gli idranti. Nel pomeriggio, quando i leader della protesta, guidata dagli agricoltori belgi, olandesi e francesi, sono saliti sul palco hanno ripetuto che il vero problema non è (solo) quanta terra dovranno lasciare incolta affinché si rigenerino naturalmente i “nutrienti” e si ripopolino le colonie di lucertole e animali selvatici ma sta nei prezzi. O meglio, nell’approccio ultraliberale delle istituzioni Ue rispetto al mondo agricolo. I contadini che protestavano, infatti, speravano che l’Europa introducesse meccanismi per i quali “i prezzi agricoli” non potessero “scendere al di sotto dei costi di produzione”, come ha spiegato il rappresentante olandese degli agricoltori Leonard van der Berg. Il tema, a questo punto, è dirimente. Specialmente se si pone in riferimento agli accordi internazionali di libero scambio già sottoscritti, o da sottoscrivere. Come quello, per esempio, con il Mercosur, che rappresenta le economie del Sud America. Gli agricoltori lamentano di venir messi in concorrenza, che a questo punto reputano sleale, con i produttori di Paesi che non devono fare i conti con l’enorme, e doviziosa, messe di regolamenti, dalla produzione fino all’imballaggio, le richieste delle burocrazie, nazionali e comunitaria, e gli obblighi da cui, invece, gli altri sono chiaramente esenti.

Che il problema sia la burocrazia, in fondo, l’ha capito anche l’Agrifish. Che ha promesso un alleggerimento del carico di oneri imposto alle aziende agricole. Demandate, per la maggior parte, ai singoli Stati membri per il tramite dell’allentamento della normativa in materia di aiuti di Stato. Quello che chiedeva l’Italia e che ha fatto esultare il governo Meloni. Ai Paesi membri ora è concesso di erogare “deroghe temporanee e mirate” in caso di imprevisti, legati soprattutto alle condizioni meteo. Viene graziosamente concesso, a proposito della rotazione delle colture, di non lasciare incolti i terreni ma di poter innestare “colture alternative”. Per quanto riguarda il paesaggio, l’unico obbligo sarà di “mantenere gli elementi caratteristici” ma gli agricoltori saranno incoraggiati “a mantenere i terreni a riposo o a creare nuovi elementi caratteristici del paesaggio”. La revisione mirata inoltre esenterà le piccole aziende agricole, con meno di 10 ettari di superficie, sia dai controlli che dalle sanzioni relative al rispetto dei requisiti di condizionalità previsti dalla Pac. Si tratta del 65% ma di solo il 10% dei terreni agricoli. Per loro, però, scenderanno gli oneri amministrativi generati dai controlli, la Pac, inoltre potrà essere sottoposta a revisione due volte l’anno. Bene, ma non benissimo. Sotto la furia della piazza, l’Ue cambia qualcosa. In fondo, tra poco più di due mesi si tornerà a votare e affrontare un’elezione con la (prima) protesta paneuropea sotto casa, che gode anche di un discreto credito nell’opinione pubblica, è difficile.

In Italia, il governo ha esultato per la revisione decisa dall’Agrifish. Il ministro all’agricoltura Francesco Lollobrigida ha sottolineato che la revisione della Pac rappresenta “una vittoria dell’Italia”. L’esponente del governo ha dichiarato in una nota: “Con il via libera a Bruxelles del Comitato speciale Agricoltura, oggi compiamo un ulteriore passo verso la revisione e la semplificazione della Pac. La votazione di oggi è un risultato fondamentale frutto anche del documento strategico presentato dall`Italia all’Agrifish lo scorso febbraio e dell`azione del Governo, che ha portato con successo il tema dell`agricoltura sul tavolo dello scorso Consiglio europeo”. Coldiretti s’è detta soddisfatta e con il presidente Ettore Prandini ora chiede “una moratoria sui debiti” non prima, però, di aver ringraziato “la premier Meloni” per la “fondamentale battaglia condotta sulla revisione dei vincoli sugli aiuti di Stato”.

Anche il Partito democratico ha esultato senza, però, tirare indietro la gamba nei confronti del governo: “La decisione del Consiglio Ue di proporre al Parlamento Europeo alcune modifiche della Politica Agricola Comune, con l`auspicio che possa essere approvata prima della fine della legislatura, va nella giusta direzione perché raccoglie le proposte avanzate collegialmente da gran parte delle forze politiche, e noi tra questi, puntando a ridurre gli oneri amministrativi a carico delle aziende agricole e dare maggiore flessibilità, senza intaccarne la portata, per quanto riguarda il rispetto dei vincoli ambientali”, hanno spiegato in una nota i deputati Piero De Luca e Stefano Vaccari. Che hanno aggiunto: “Con il suo solito trasformismo il governo Meloni-Lollobrigida e il centro destra tentano di intestarsi la decisione europea. È la destra alla cui famiglia politica appartiene il commissario europeo all’agricoltura tanto criticato dagli operatori. Ed è lo stesso governo, come sanno bene le organizzazioni agricole, che in Italia ha abolito la norma sull`esenzione contributiva di due anni per i giovani imprenditori agricoli sotto i 40 anni, che ha cancellato gli sgravi fiscali e i crediti di imposta e ha tagliato i fondi a sostegno dell`assicurazione obbligatoria per gli eventi atmosferici. Poi sotto la spinta delle proteste degli agricoltori e delle opposizioni in Parlamento ha fatto marcia indietro. La decisione del Consiglio Ue ha comunque mantenuto ferma la prospettiva della transizione ecologica, che la destra continua ad avversare non riconoscendo storicamente la crisi climatica”.

Ma, come dimostrano le proteste degli agricoltori, la mossa dell’Agrifish non ha risolto i problemi. Può essere un buon inizio, il meglio viene ora. Come ha spiegato il ministro all’agricoltura svedese Peter Kullgren: “Le azioni proposte per contribuire a ridurre gli oneri amministrativi a carico degli agricoltori rappresentano un gradito passo nella giusta direzione, ma è necessario introdurre ancora più flessibilità e regole più semplici. È essenziale per una produzione alimentare sostenibile e competitiva nell’Ue”.


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