Attualità

“La persona non è un algoritmo”, papa Leone incontra la Cei

L'incontro al Palazzo Apostolico: "Coltivare la cultura del dialogo e del coraggio"

di Giovanni Vasso -


Papa Leone XIV ha incontrato, questa mattina in Vaticano, i vescovi della Cei. L’appuntamento s’è tenuto al Palazzo Apostolico, dove il pontefice ha tenuto l’udienza a cui hanno partecipato gli esponenti della Conferenza episcopale italiana. E a cui ha consegnato il suo messaggio, all’insegna dell’unità, della sinodalità, del coraggio e dell’ottimismo.

Le parole di Leone XIV

“Andate avanti nell’unità, specialmente pensando al Cammino sinodale. Restate uniti e non difendetevi dalle provocazioni dello Spirito: la sinodalità diventi mentalità, nel cuore, nei processi decisionali e nei modi di agire”, ha esordito il pontefice. Che ha aggiunto: “Guardate al domani con serenità e non abbiate timore di scelte coraggiose. Nessuno potrà impedirvi di stare vicino alla gente, di condividere la vita, di camminare con gli ultimi, di servire i poveri. Nessuno – ha continuato Prevost – potrà impedirvi di annunciare il Vangelo, ed è il Vangelo che siamo inviati a portare, perché è di questo che tutti, noi per primi, abbiamo bisogno per vivere bene ed essere felici”.

Nuovo slancio all’evangelizzazione

Il Papa ha quindi chiesto ai vescovi della Cei di non lesinare alcuno sforzo sul fronte dell’evangelizzazione. E che, da questo lavoro incessante, arrivi il messaggio del Vangelo al centro della vita politica, economica e sociale del nostro Paese: “Abbiate cura – ha detto Leone XIV – che i fedeli laici, nutriti della Parola di Dio e formati nella dottrina sociale della Chiesa, siano protagonisti dell’evangelizzazione nei luoghi di lavoro, nelle scuole, negli ospedali, negli ambienti sociali e culturali, nell’economia, nella politica”.

I rischi della contemporaneità

Le sfide che attendono i vescovi, e più in generale i credenti e le nazioni, sono tante. E insidiose. Non è stato certo per caso se, salendo al soglio di Pietro, il cardinale Robert Prevost ha deciso di imporsi il nome Leone, come quello dell’autore dell’Enciclica Rerum Novarum. “Ci sono poi le sfide che interpellano il rispetto per la dignità della persona umana. L’intelligenza artificiale, le biotecnologie, l’economia dei dati e i social media stanno trasformando profondamente la nostra percezione e la nostra esperienza della vita. In questo scenario, la dignità dell’umano rischia di venire appiattita o dimenticata, sostituita da funzioni, automatismi, simulazioni”, ha dichiarato il pontefice. Che ha proseguito: “Ma la persona non è un sistema di algoritmi: è creatura, relazione, mistero. Mi permetto allora di esprimere un auspicio: che il cammino delle Chiese in Italia includa, in coerente simbiosi con la centralità di Gesù, la visione antropologica come strumento essenziale del discernimento pastorale”.

Tornare al dialogo

Papa Leone, infine, ha invitato i vescovi Cei a non stancarsi mai del dialogo: “Senza una riflessione viva sull’umano – nella sua corporeità, nella sua vulnerabilità, nella sua sete d’infinito e capacità di legame – l’etica si riduce a codice e la fede rischia di diventare disincarnata. Va coltivata la cultura del dialogo. È bello che tutte le realtà ecclesiali – parrocchie, associazioni e movimenti – siano spazi di ascolto intergenerazionale, di confronto con mondi diversi, di cura delle parole e delle relazioni”. E ciò perché, ha concluso il pontefice, “solo dove c’è ascolto può nascere comunione, e solo dove c’è comunione la verità diventa credibile”.


Torna alle notizie in home