Ambiente

Passi avanti verso il nucleare. Intervista a Vannia Gava

di Giuseppe Ariola -

Vannia Gava, viceministro dell'Ambiente


Al ministero dell’Ambiente dal 2018, Vannia Gava è stata sottosegretario di Stato con Conte e Draghi, per poi essere nominata viceministro nell’esecutivo guidato da Giorgia Meloni. Orgogliosamente friulana, è iscritta alla Lega dal 1994 e si occupa di ambiente fin da quando ha mosso i primi passi in politica. La abbiamo intervistata sulle principali questioni ambientali con cui sono alle prese il Paese e il governo, dal nucleare al dissesto idrogeologico.

Nel G7 Clima, Energia e Ambiente è tornato centrale il tema del nucleare. A che punto siamo e quali sono le prospettive?

“Il nucleare è essenziale per affrontare le sfide della decarbonizzazione. La Lega si batte da tempo per introdurre questa fonte pulita, sicura ed efficiente nel mix energetico nazionale: basti pensare che un 1 Mw/h di nucleare si produce in pochi metri quadrati laddove il fotovoltaico richiede ettari di suolo. Sì alle rinnovabili, quindi, ma non si può pensare che un Paese manifatturiero come il nostro possa tenere in piedi l’industria solo col sole e col vento. Né è intelligente restare indietro mentre gli altri Paesi avanzano. Finalmente, grazie a questo governo, stiamo andando in questa direzione. Al G7 abbiamo preso impegni precisi sulla fissione e per lo sviluppo della fusione, abbiamo istituito la Piattaforma per il nucleare sostenibile presso il MASE, stanziato i primi fondi e costituito un gruppo di lavoro per studiare la cornice normativa. Siamo dentro l’alleanza europea degli SMR. Sono notevoli passi in avanti. È chiaro che serve anche un grande lavoro sull’opinione pubblica”.

Lei ha partecipato alla cabina di regia sulla crisi idrica, un dramma che ha ripercussioni sull’economia del Paese. Che soluzioni si ipotizzano?

“Per la prima volta in Italia ragioniamo in termini non emergenziali bensì strutturali attraverso un grande piano di investimenti quale sarà il PNISSI, redatto sulla scorta dei fabbisogni presentati dai territori. Siamo pronti ad investire quasi un miliardo di euro, tra nuove opere e progettazioni. Parallelamente, lavoriamo alle semplificazioni per essere realmente efficaci nella realizzazione degli interventi e per favorire tutte quelle operazioni di sghiaiamento invasi e manutentive di cui il Paese ha bisogno da tempo”.

L’economia circolare rappresenta una svolta significativa, ma alle volte si tende a esasperare il tema, come nel caso della plastica.

“L’impegno dell’Italia nel combattere l’inquinamento da plastica è fermo e concreto, come dimostrano anche gli impegni assunti in sede di G7. Voglio ricordare che siamo leader in Ue sul riciclo, avendo raggiunto i target con ben nove anni di anticipo, e stiamo portando avanti tutta una serie di riforme, alcune epocali come i recenti decreti End of Waste ai quali ho personalmente lavorato, e di investimenti per accompagnare la riconversione del nostro sistema industriale e favorire lo sviluppo di tecnologie moderne, anche per il riciclo chimico. È chiaro che una certa quota di monouso è essenziale per garantire la sicurezza alimentare e la salute: la transizione deve essere pragmatica, non ideologica come questa Ue invece vorrebbe, salassando le imprese a suon di tasse. È grazie alla Lega se siamo riusciti a scongiurare l’applicazione della Plastic Tax”.

A proposito di rifiuti, state procedendo con la bonifica dei siti orfani. Ci dice di più?

“Sono stati stanziati 500 milioni di risorse Pnrr per tutte quelle aree inquinate per le quali non sono mai stati individuati i responsabili, della cui bonifica si farà carico il Mase. Si tratta di 126 siti disseminati sul territorio nazionale. È un provvedimento importante per valore economico, ambientale e sociale con cui rimuoviamo storiche fonti d’inquinamento, rigeneriamo i luoghi e li restituiamo alle comunità per nuove opportunità di sviluppo”.

Il dissesto idrogeologico minaccia la sicurezza dei territori e dei cittadini. Come farvi fronte?

“Uscendo dalla logica dell’emergenza. Occorre una solida politica di prevenzione ed una pianificazione strutturale. Il nostro è un territorio bello ma molto fragile, con oltre il 90% di Comuni in condizione di dissesto idrogeologico. La loro messa in sicurezza è in cima alle priorità dell’agenda di governo. Solo per il 2024 stanziamo oltre un miliardo di euro di risorse e, nel decreto Ambiente di imminente emanazione, introduciamo misure che rafforzano il ruolo dei presidenti di Regione in qualità di commissari e norme di semplificazione per accelerare la messa a terra degli investimenti. Abbiamo l’urgenza di crescere, rafforzando la protezione del Paese e favorendone lo sviluppo. La Lega è al governo per fare esattamente questo”.


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