Pioggia di droni ucraini sui negoziati di Istanbul. Chi sta cercando di far saltare le trattative tra Russia e Ucraina?
A poche ore dall’inizio a Istanbul dell’incontro tra le delegazioni russa e ucraina per cercare di trovare un accordo per porre fine della guerra, Kiev ha condotto un attacco su larga scala con dei droni contro Mosca. Fonti diplomatiche turche, citate dall’agenzia di stampa Anadolu, hanno riferito che i colloqui si terranno al Ciragan Palace a partire dalle 13 di domani ora locale, le 12 in Italia.
Prima le “esplosioni” che hanno fatto la notte scorsa due ponti nelle regioni frontaliere di Kursk e Briansk con sette vittime civili, poi i raid contro le basi dell’aviazione russa. L’Ucraina ha alzato il tiro. I suoi droni hanno colpito le basi aeree russe dell’aviazione strategica di Olenya, a Murmansk, e Belaya nella regione di Irkutsk. In rete sono stati pubblicati video che mostrano incendi ed esplosioni. A giudicare dalle immagini apparse su gruppi ucraini, diversi aerei sono stati distrutti. Secondo i blogger filorussi, sono stati centrati anche bombardieri russi a lungo raggio con capacità nucleare.
I piccoli ed economici aeromobili senza pilota “kamikaze” FPV sono entrati in azione a una distanza ridotta dagli aeroporti militari. In uno dei filmati si vedono i droni alzarsi in cielo dal rimorchio di un camion nei pressi di una stazione di servizio non lontano da uno degli obiettivi raggiunti.
L’operazione è stata denominata “ragnatela”. A guidarla è stato il capo dell’SBU Malyuk. I droni sono stati posizionati su delle tavole. Un meccanismo automatico regolava l’apertura del tetto dei vani da cui si sono levati in volo. Uno dei mezzi non ha raggiunto la regione di Amur nell’estremo oriente russo. I velivoli sono stati teleguidati a distanza. In Russia si parla apertamente del supporto dei satelliti occidentali. Da chiarire è anche come sia stato possibile che così tanti droni siano stati assemblati illegalmente nella Federazione russa. Uno dei “magazzini” è stato scoperto a Chelyabinsk.
Il presidente ucraino Voldoymyr Zelensky ha “supervisionato personalmente” l’operazione. A farlo sapere sono state fonti della sicurezza ucraina spiegando che la pianificazione è durata un anno e mezzo. Tra i bersagli, i TU-95 (il grande bombardiere strategico noto come “Bear”), i TU-22M3 (bombardiere supersonico a lungo raggio) e gli A-50 (velivoli da allerta e controllo precoce). Quelli distrutti sarebbero circa 40.
Il presidente americano Donald Trump sarebbe stato informato dagli ucraini in anticipo dell’azione militare. A renderlo noto è stato un funzionario ucraino menzionato da Axios, smentito informatori vicini alla Casa Bianca. Quelli russi sono obiettivi militari strategici per la difesa nucleare. Dall’accertamento delle responsabilità e dall’individuazione dei mandanti potrebbero derivare evoluzioni pericolosissime della situazione.
L’Ucraina è stata “colpita da 472 droni russi e da 7 missili balistici” nella notte scorsa, il numero più alto dall’inizio dell’operazione speciale militare voluta dal capo del Cremlino Vladimir Putin. Dei 472 droni lanciati dalle forze armate russe, 213 sono stati abbattuti dalla contraerea ucraina.
Dodici soldati ucraini sono rimasti uccisi in un attacco missilistico russo che ha colpito un campo di addestramento. “Oggi, primo giugno, il nemico ha lanciato un attacco missilistico sull’area di una delle unità di addestramento dell’esercito ucraino”, si legge in una nota dell’esercito ucraino in cui si specifica che vi sono oltre 60 feriti.
Il capo delle forze terrestri ucraine, Mikhailo Drapaty, ha rassegnato le sue dimissioni per un “senso personale di responsabilità” dopo la morte dei soldati.
“La delegazione negoziale è partita per Istanbul”, stando a quanto riportato dalla Tass. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov, ha detto che la squadra guidata dal consigliere presidenziale Vladimir Medinsky è pronta a presentare all’Ucraina un memorandum su tutti i modi per superare le cause profonde della crisi, ha proseguito ancora l’agenzia russa.
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