Esteri

Prove generali di guerra: così la Nato sfida la Russia

di Ernesto Ferrante -


La Nato sta intensificando i segnali di deterrenza nei confronti della Russia, con mastodontiche esercitazioni militari in rapida successione. E’ nel pieno del suo svolgimento la “Northern Coasts” 2023, con 30 navi e oltre 3.200 uomini di quattordici Stati: Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Lituania, Lettonia, Olanda, Norvegia, Polonia, Stati Uniti e Svezia. Il responsabile delle manovre, il cui obiettivo è aumentare la presenza di truppe sul fianco orientale e nei Paesi baltici, è l’ammiraglio di flottiglia Stephan Haisch con lo stato maggiore delle forze marittime tedesche DEU Marfor di Rostock.

Il capo della Marina tedesca, il viceammiraglio Jan Christian Kaack, ha dichiarato alla Reuters che le simulazioni di guerra sono una dimostrazione di forza nei confronti della Federazione russa: “Stiamo inviando un chiaro messaggio di vigilanza alla Russia: Non sotto i nostri occhi”. “Una deterrenza credibile, ha aggiunto ancora, deve includere la capacità di attaccare”.
Fonti autorevoli hanno confermato al Financial Times la programmazione per il 2024 di una grande missione denominata “Steadfast Defender”, in funzione anti-russa. Saranno 31 i Paesi impegnati nella simulazione di un attacco dei soldati “nemici” a uno dei membri dell’Alleanza Atlantica.
Secondo il Ft, saranno impegnati 41mila militari. Le operazioni si svolgeranno anche su 50 navi militari e un numero molto elevato di blindati, carri armati e mezzi di ogni genere. Imponente sarà la quantità delle missioni che verranno svolte per simulare la difesa: tra le 500 e le 700 operazioni di combattimento.

Il Ft la descrive come la più importante prova muscolare dalla fine della Guerra fredda. Questa volta ci sarà anche la Svezia, nonostante la mancanza dell’ufficialità del suo ingresso. Nel frattempo, Stoccolma sta valutando di inviare i caccia Gripen all’Ucraina. Prima di decidere, l’esecutivo vuole consultarsi con le forze armate per capire se la fornitura rischia di danneggiare le capacità della Difesa svedese.
Diversi droni hanno attaccato Enerhodar, città della regione meridionale di Zaporizhzhia, sede della più grande centrale nucleare d’Europa. A denunciarlo è stato Alexei Likhachev, capo della società nucleare statale russa Rosatom.
Il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong-un parleranno di cooperazione bilaterale in vari campi, ma anche di “questioni sensibili”. Lo ha rivelato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, aggiungendo che Putin è pronto ad affrontare anche la questione delle sanzioni Onu contro Pyongyang.
“Soprattutto, questioni legate ai rapporti bilaterali, verranno discussi la cooperazione, il commercio e i legami economici, e gli scambi culturali. Certamente vi sarà un intensivo scambio di opinioni sulla situazione nella regione e gli affari internazionali in generale, perché questo è nell’interesse sia di Putin che del nostro ospite di Pyongyang”, ha spiegato il portavoce, citato dall’agenzia stampa Tass, a proposito dell’incontro Putin-Kim che dovrebbe avvenire oggi.

“Naturalmente, essendo vicini, i nostri paesi operano in certe sfere sensibili che non possono essere rivelate o annunciate pubblicamente”, ha sottolineato ancora. Commentando sulla messa in guardia della Casa Bianca contro la vendita di armi alla Russia da parte della Corea del Nord, Peskov ha fatto sapere di non essere interessato ai pensieri di Washington. “Saremo guidati dagli interessi dei nostri due paesi”, ha concluso.
“La Russia non può fermare le ostilità se sta respingendo la controffensiva del nemico”. A dichiararlo è stato Putin in una sessione domande e risposte del Forum economico orientale di Vladivostok. “Da varie parti, le persone con cui parliamo, che stanno mediando o vorrebbero farlo, mi chiedono: ‘siete pronti a cessare le ostilità? ma come possiamo cessare le ostilità se l’altra parte conduce una controffensiva?”, ha proseguito il leader di San Pietroburgo. Pesante il riferimento alla politica “interna” americana: “Nel contesto attuale, la persecuzione di Trump, per noi, è un bene perché espone il marciume del sistema politico americano che non può reclamare il diritto di insegnare la democrazia ad altri. È una persecuzione politicamente motivata del proprio concorrente. Niente di meno. E viene fatto di fronte agli occhi del pubblico e del mondo intero. Stanno esponendo a tutti i loro problemi. E questo dimostra chi stiamo combattendo come si diceva in epoca sovietica: ‘il volto bestiale del capitalismo americano’”.
Il cardinale Matteo Zuppi sarà in Cina da oggi a venerdì come inviato del Papa per la missione di pace in Ucraina. La visita, ha precisato il Vaticano, costituisce una ulteriore tappa della missione voluta dal Papa per sostenere iniziative umanitarie e la ricerca di percorsi che possano condurre ad una pace giusta”. A Pechino dovrebbe avere un colloquio con il primo ministro Li Qiang.


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