Editoriale

Quel déjà vu della guerriglia urbana in nome della pace

di Eleonora Ciaffoloni -


Al di là del déjà vu delle manifestazioni per la pace che paradossalmente scatenano la guerriglia urbana, quello che ci rattrista e preoccupa della giornata di scioperi e proteste di piazza di ieri non è tanto l’inutile paralisi del Paese, ché la causa è sacrosanta, ma come possa aver preso la cosa il cittadino comune. Le manifestazioni proPal, in solidarietà verso Gaza, potrebbero nuocere invece che giovare. E non perché scioperi e blocchi hanno paralizzato l’Italia senza spostare di un millimetro le sorti dei palestinesi (proprio come accadrà con la Flotilla). Il destino del popolo di Gaza – si sa – si decide con la politica estera, non incendiando i cassonetti. Le istituzioni internazionali e i governi sono gli unici a poter incidere davvero. Se l’iniziativa voleva dunque suonare la sveglia all’esecutivo Meloni (che ha condannato le violenze di piazza), il dubbio è che alla lunga (come con le proteste dei gretini, che hanno reso perlopiù odioso l’ambientalismo) i cittadini possano arrivare a detestare la causa palestinese perché gli cancella i treni e chiude le scuole.


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