Quel déjà vu della guerriglia urbana in nome della pace
Al di là del déjà vu delle manifestazioni per la pace che paradossalmente scatenano la guerriglia urbana, quello che ci rattrista e preoccupa della giornata di scioperi e proteste di piazza di ieri non è tanto l’inutile paralisi del Paese, ché la causa è sacrosanta, ma come possa aver preso la cosa il cittadino comune. Le manifestazioni proPal, in solidarietà verso Gaza, potrebbero nuocere invece che giovare. E non perché scioperi e blocchi hanno paralizzato l’Italia senza spostare di un millimetro le sorti dei palestinesi (proprio come accadrà con la Flotilla). Il destino del popolo di Gaza – si sa – si decide con la politica estera, non incendiando i cassonetti. Le istituzioni internazionali e i governi sono gli unici a poter incidere davvero. Se l’iniziativa voleva dunque suonare la sveglia all’esecutivo Meloni (che ha condannato le violenze di piazza), il dubbio è che alla lunga (come con le proteste dei gretini, che hanno reso perlopiù odioso l’ambientalismo) i cittadini possano arrivare a detestare la causa palestinese perché gli cancella i treni e chiude le scuole.
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