Rottura Trump – Xi: massicci dazi in arrivo e il no al vertice in Corea. Giù le Borse
L'annuncio, come sempre, in un post social
Donald Trump rompe con Xi Jinping: la rottura e l’annuncio di valutare “massici dazi” e di non vedere più alcuna ragione per incontrare il presidente cinese in Corea del Sud.
Trump rompe con Xi
Cancellata l’ipotesi di un incontro tra due settimane in occasione del summit Asia-Pacific Economic Cooperation di Gyeongju. Trump ha espresso un forte disappunto per le recenti restrizioni imposte dalla Cina all’esportazione di terre rare, elementi fondamentali per l’industria tecnologica globale. E accusa Pechino di adottare un atteggiamento sempre più “ostile” e di tentare di tenere il mondo “in ostaggio” tramite il controllo monopolistico di risorse strategiche.
Ha definito le misure cinesi come “sinistre e ostili”, osservando che la Cina ha inviato comunicazioni a molte nazioni per imporre controlli sulle esportazioni che si estendono a quasi ogni elemento della produzione legato alle terre rare.
La minaccia di una risposta forte: ancora dazi
Trump ha sottolineato che gli Stati Uniti detengono posizioni di monopolio ancora più forti rispetto alla Cina, ma ha finora scelto di non utilizzarle, dichiarando però che la situazione attuale richiede una risposta forte.
Da lui la minaccia di aumentare “massicciamente” i dazi sulle importazioni cinesi come ritorsione, prefigurando un possibile nuovo scontro commerciale.
E in evidenza la sorpresa sua e dei leader del “mondo libero” per le mosse cinesi. Trump le definisce un salto di qualità nell’escalation delle tensioni commerciali tra le due potenze.
Washington – Pechino: cresce la diffidenza
Le posizioni recenti dei due leader hanno mostrato un clima di crescente diffidenza. Trump ha rifiutato inviti a incontri diplomatici più ampi, come la visita a Pechino. E punta a una strategia di pressione economica e commerciale.
La Cina ha rafforzato i controlli sulle esportazioni di terre rare e avviato indagini monopolistiche su aziende tecnologiche americane come Qualcomm.
Questi sviluppi minano la fragile tregua commerciale raggiunta a maggio, quando erano stati ridotti i dazi elevati a cifre triple sulle merci reciproche.
Ora Trump accusa la Cina di comportamenti aggressivi e monopolistici nel commercio delle terre rare e minaccia una massiccia escalation tariffaria.
La Cina continua a rafforzare le sue barriere commerciali e a insidiare le aziende Usa, mentre i colloqui bilaterali si impantanano in una fase di crescente ostilità e sfiducia.
Giù le Borse dopo la rottura
L’annuncio di Donald Trump della rottura con Xi e di cancellare il vertice in Corea ha provocato reazioni negative immediate sui mercati finanziari occidentali e asiatici.
Wall Street ha subito un pesante calo: l’S&P 500 ha chiuso in ribasso del 2,7%, il peggior risultato dall’aprile scorso. Il Dow Jones Industrial Average ha perso 878 punti (-1,9%) e il Nasdaq è sceso del 3,6%.
Quasi sei titoli su sette nell’S&P 500 hanno chiuso in perdita, con forti ribassi che hanno colpito grandi aziende tecnologiche come Apple e Nvidia.
Anche le borse asiatiche hanno reagito negativamente, con perdite significative nelle piazze principali. Le tensioni commerciali tra le due maggiori economie del mondo hanno alimentato l’incertezza. E spinto gli investitori asiatici a prendere profitti e a ridurre l’esposizione al rischio.
In risposta all’annuncio, gli investitori occidentali e asiatici hanno cercato rifugio in beni considerati sicuri. I prezzi del oro sono saliti sopra i 4.000 dollari l’oncia, un livello mai raggiunto prima, mentre i rendimenti dei titoli di Stato americani a 10 anni sono calati, segno di una maggiore domanda per asset meno rischiosi.
Giù anche i prezzi del petrolio, con il Brent in ribasso del 3,8% a 62,70 dollari al barile, complice anche la tregua in Medio Oriente.
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