Ambiente

Scandalo nel Bresciano: 250mila tonnellate di compost avvelenato nei campi

In 5 anni profitti criminali per 7 milioni di euro

Nel cuore del Bresciano uno scandalo e un singolare capitolo della gestione illecita dei rifiuti: compost avvelenato nei campi.

Traffico di rifiuti per 7 milioni di euro

La Sovea srl di Ghedi, autorizzata dalla Provincia al trattamento dei rifiuti vegetali per farne compost, nascondeva dietro la sostenibilità ambientale un avviato sistema criminale. Nel Bresciano, uno scandalo per il compost avvelenato.

L’azienda ritirava dalle multiutility enormi quantità di materiale organico che avrebbe dovuto subire processi per eliminare contaminanti e sostanze estranee. Ma non lo faceva, per massimizzare i profitti.

I veleni nel compost contaminato

Così, nei campi finivano pezzi di plastica, frammenti di vetro e scorie di idrocarburi in quantità fino a 12 volte superiori i limiti massimi di legge. In cinque anni, tra il 2019 e il 2024, la Sovea ha processato circa 250mila tonnellate di rifiuti vegetali, generando profitti stimati in oltre 7 milioni di euro.

L’amministratore Roberto Ancora è oggi indagato per traffico illecito di rifiuti al termine di indagini durate quattro anni.

Uno scandalo

Il risultato della lavorazione, un compost avvelenato, poi distribuito a prezzi irrisori: questo, lo scandalo del Bresciano. La Sovea lo offriva a un euro per tonnellata o gratuitamente, offerta irresistibile per molti.

Questa strategia commerciale aggressiva facilitava così la sua diffusione capillare nel territorio. Ampia l’economia criminale della operazione, amplificate le conseguenze ambientali dello scandalo e le ricadute su terreni spesso destinati alla produzione alimentare.

Brescia, provincia “fragile”

Ciò, in una provincia già “fragile” dal punto di vista ambientale, con oltre 500 impianti di trattamento rifiuti e 80 milioni di metri cubi di scorie in un centinaio di discariche.