Esteri

Si aggrava la crisi tra India e Pakistan

di Ernesto Ferrante -


Lo scontro militare tra India e Pakistan è diventato più cruento. Le forze armate pachistane hanno ucciso “40-50 soldati indiani” lungo la linea di controllo nella regione del Kashmir. Lo ha dichiarato il ministro dell’Informazione di Islamabad, Attuallah Tarar, sostenendo che l’esercito del suo Paese ha “fatto saltare in aria le loro installazioni militari sul confine de facto”. Presa di mira Jammu, nella parte amministrata dall’India, con “munizioni circuitanti” e droni d’attacco.

Abbattuti anche 25 aeromobili senza pilota Harop di fabbricazione israeliana lanciati dalle truppe indiane. “I detriti dei droni Harop di fabbricazione israeliana vengono recuperati in diverse zone del Pakistan”, si legge in una nota.

I militari di Nuova Delhi hanno fatto sapere di aver distrutto un sistema di difesa aerea pachistano a Lahore. Eliminato in un raid Abdul Rauf Azhar, il terrorista che nel 2002 decapitò davanti alle telecamere il giornalista americano del Wall Street Journal Daniel Pearl dopo averlo rapito.

Il ministro degli Esteri indiano, Subrahmanyam Jaishankar, ha lanciato un avvertimento al Pakistan. “La nostra risposta è stata mirata e ponderata. Non è nostra intenzione aggravare la situazione”, ha detto Jaishankar in un discorso a una delegazione iraniana. “Tuttavia, se dovessimo subire attacchi militari, non ci dovrebbero essere dubbi che la risposta sarebbe molto, molto ferma”, ha aggiunto il componente dell’esecutivo.

Parole di fuoco quelle pronunciate dal capo della diplomazia pachistana Ishaq Dar nel corso di una conferenza stampa: “Il Pakistan resta impegnato a favore dell’armonia regionale” mentre l’attacco lanciato dall’India rientra in “un piano maligno” per incitare sentimenti anti-pakistani”, ovvero per “sinistri scopi politici”.

“A differenza della leadership indiana, il Pakistan resta fermamente impegnato a salvaguardare vite innocenti e l’armonia regionale”, ha spiegato Dar.

“Proviamo una profonda empatia per la popolazione civile dell’India, in particolare per la comunità Sikh del Punjab indiano, poiché le loro vite sono state messe in pericolo dall’India attraverso l’uso di missili per sinistri fini politici”, ha rincarato la dose il ministro.

Il premier del Pakistan Shehbaz Sharif ha sentito telefonicamente il segretario di Stato Usa, Marco Rubio. A riferirlo è stato l’ufficio del primo ministro, precisando che Rubio e Sharif hanno concordato di rimanere in contatto.

Stando a quanto riportato da Geo Tv, Rubio ha evidenziato come gli Stati Uniti seguano con attenzione la situazione e siano impegnati per promuovere pace e stabilità nella regione, insistendo sulla necessità “che Islamabad e Nuova Delhi lavorino per la de-escalation”.

Dai colloqui avuti con i ministri degli Esteri di India e Pakistan “ho intravisto la disponibilità dei due Paesi ad avviarsi verso un confronto per ridurre la tensione in quell’area”. Lo ha reso noto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, durante un punto stampa alla Farnesina.

“I primi segnali che ho avuto sono orientati a una voglia di entrambe le parti di ridurre la tensione. Siamo rimasti con la disponibilità totale dell’Italia a continuare a lavorare in questa direzione”, ha continuato Tajani.


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