Esteri

Siria, la strage dei cristiani che sconfessa il presidente Al Sharaa e imbarazza l’Occidente

Il massacro rivela il vero volto dei nuovi padroni della Siria

di Ernesto Ferrante -


La variegata coalizione jihadista salita al potere in Siria dopo la deposizione dell’ex presidente Bashar al-Assad, inizia a rivelare il suo vero volto. L’attentato alla chiesa greco-ortodossa di Sant’Elia, nel quartiere di Dwelah a Damasco, è stato rivendicato da un gruppo alleato del nuovo leader siriano Ahmad Al-Sharaa, conosciuto anche come Al Jolani. Saraya Ansar al-Sunna, questo il nome della formazione islamista, ha promesso nuovi attacchi contro la comunità cristiana, come dimostrano le scritte apparse a Kfarbou.

Gli autori del bagno di sangue non sono dell’Isis

Il governo dei cosiddetti “jihadisti pragmatici”, riconosciuto dai governi europei, si era affrettato ad incolpare l’Isis, ma è stato smentito da chi ha voluto il massacro. L’esecutore materiale ha prima aperto il fuoco e poi si è fatto saltare in aria innescando la cintura esplosiva che indossava. Il bilancio ufficiale è di 25 morti e 63 feriti.

“Questo atto criminale, che ha preso di mira membri della comunità cristiana, è stato un tentativo disperato di minare la coesistenza nazionale e di destabilizzare il Paese”, ha affermato il ministero degli Esteri siriano.

Le parole del presidente della Siria

Il presidente siriano Ahmad Al-Sharaa ha parlato di “crimine efferato che ha preso di mira civili innocenti nel loro luogo di culto”, omettendo di indicare i responsabili. Il bagno di sangue, ha detto l’ex qaedista, “ci ricorda l’importanza dell’unità e della solidarietà tra governo e popolo nell’affrontare qualsiasi minaccia alla nostra sicurezza e alla stabilità nazionale, respingendo ogni forma di ingiustizia e criminalità”.

In una nota, Al-Sharaa ha quindi espresso “le nostre più sentite condoglianze e la nostra più sincera solidarietà alle famiglie di coloro che sono morti nell’attentato criminale, che ha colpito l’intero popolo siriano. Auguriamo inoltre una pronta guarigione ai feriti”.

Inoltre, ha aggiunto, “promettiamo alle famiglie in lutto che continueremo a lavorare giorno e notte, mobilitando tutte le nostre forze di sicurezza specializzate per rintracciare chiunque abbia partecipato o pianificato questo vile crimine e consegnarli alla giustizia affinché ricevano la giusta punizione”.

Erdogan parla di vile atto di terrorismo

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha condannato l’“atroce attacco terroristico”, definendolo un “vile atto di terrorismo”. Confermato l’appoggio di Ankara alle autorità della Siria del dopo Assad. “Non permetteremo mai che la Siria, Paese vicino e fratello che per la prima volta dopo anni di repressione e di guerra guarda al futuro con speranza, venga di nuovo trascinata nell’instabilità da gruppi terroristici”, si legge in un post su X del presidente della Turchia.

Le reazioni di Macron e Meloni

Per il capo dell’Eliseo, Emmanuel Macron, si è trattato di un “attacco vile”. Macron ha manifestato la “solidarietà” di Parigi alle famiglie delle vittime e a chi ha riportato ferite. “La Francia sostiene il popolo siriano nella sua lotta contro il terrorismo e per il ritorno della pace”, è scritto in un messaggio su X.

Per il “terribile attentato di ieri alla chiesa di Sant’Elia a Damasco esprimiamo alla comunità cristiana e siriana il nostro più sentito cordoglio”, ha dichiarato ieri alla Camera la premier italiana Giorgia Meloni.

“L’Italia esprime la più ferma condanna per l’attentato terroristico alla chiesa di Mar Elias a Damasco. Colpire un luogo di culto è un atto vile che offende i principi fondamentali della convivenza civile. Ribadiamo il nostro impegno contro ogni forma di fanatismo e violenza, per la difesa della libertà religiosa e della dignità umana. Esprimiamo piena solidarietà al popolo siriano e alla comunità cristiana colpita, e rinnoviamo il nostro impegno per la pace e la stabilità in Siria”. Così sui social il ministro degli Esteri italiano, Antonio Tajani.

Più incisivo e meno diplomatico è stato il deputato della Lega Giulio Centemero: “Nella Siria balcanizzata i Cristiani tornano ad essere le vittime sacrificali nell’indifferenza del mondo. Prego per loro e per tutti i Cristiani perseguitati”.

Acs si muove per i cristiani in pericolo in Siria

Aiuto alla Chiesa che Soffre (Acs) ha attivato una raccolta fondi per fornire aiuti di emergenza. Acs è impegnata nella realizzazione di numerosi progetti in Siria a sostegno delle comunità cristiane di diverse confessioni, tra cui la Chiesa greco-ortodossa di Antiochia.

La Fondazione di diritto pontificio ha rivolto un appello alle autorità competenti affinché intensifichino gli sforzi per proteggere tutte le comunità religiose in Siria. Il Patriarca Giovanni X ha chiesto la tutela dei luoghi sacri e la cessazione di ogni forma di violenza.

La strage si inserisce in un contesto di crescente pressione religiosa di stampo integralista, fatta non solo di aggressioni, ma anche di provvedimenti governativi. “Le donne devono indossare burkini o costumi che coprano la maggior parte del corpo”, ha recentemente ordinato il ministero del Turismo siriano in una nota, precisando che “fuori dalle aree di balneazione, le donne devono indossare abiti larghi, mentre gli uomini non possono stare a torso nudo”. A maggio un club nella capitale è stato assaltato da uomini armati.


Torna alle notizie in home