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Suicidio assistito: è morta in Svizzera Sibilla Barbieri dopo il no dell’Asl

di Eleonora Ciaffoloni -


Sibilla Barbieri ha scelto di porre fine al dolore e alla malattia – da anni lottava contro il cancro – con il suicidio assistito ed è morta lo scorso 31 ottobre, in Svizzera. Attrice, regista e sceneggiatrice, Sibilla Barbieri ha scelto di autosomministrarsi il farmaco letale in una clinica svizzera dopo il rifiuto da parte della sua Asl di riferimento al poter usufruire dell’aiuto medico alla morte volontaria.

Il no della Asl era arrivato con la motivazione che la donna non possedeva tutti e quattro i requisiti previsti dalla sentenza Cappato\Dj Fabo della Corte Costituzionale per poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita.

La sentenza è la n. 242/19 e prevede che il suicidio assistito possa avvenire se la persona sia capace di autodeterminarsi, sia affetta da patologia irreversibile, che tale malattia sia fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che la persona reputi intollerabili e, infine, che sia dipendente da trattamenti di sostegno vitale. Secondo la commissione medica, a mancare era stato l’ultimo requisito della dipendenza da trattamento di sostegno vitale.  

“I dirigenti dell’azienda sanitaria – dichiara l’avvocata Filomena Gallo – hanno predisposto le verifiche e inviato un diniego di accesso all’aiuto alla morte volontaria perché, secondo una Commissione Aziendale istituita ad hoc, la persona malata non dipendeva da trattamenti di sostegno vitale”. Eppure, “Al diniego non era allegata la relazione medica e neppure il parere del Comitato etico competente, documenti che avevamo richiesto. Dopo avere verificato con il dottor Mario Riccio la documentazione medica che Sibilla Barbieri aveva prodotto, è emerso che invece Barbieri era sottoposta a plurime forme di sostegno vitale. Motivo per cui abbiamo presentato opposizione al diniego, informando i dirigenti dell’azienda sanitaria che la nostra assistita aveva intrapreso anche la procedura per andare in Svizzera, ma che avrebbe voluto concludere i suoi pochi giorni con i suoi cari in Italia. Non vi è stata nessuna risposta da parte dei dirigenti Asl”.

E solo il 3 novembre, quando Barbieri era già morta, è arrivato il parere del Comitato Etico che conferma la sussistenza per Sibilla Barbieri dei requisiti indicati dalla Corte costituzionale.

A raccontarle la sua storia e anche il viaggio è stata la stessa attrice, in un video postato postumo sui social: “Questa è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova anche in altre condizioni non terminali. Per questo ho deciso liberamente di ottenere aiuto andando in Svizzera perché possiedo i 10mila euro necessari e posso ancora andarci fisicamente”.

“Ma tutte le altre persone condannate a morire da una malattia che non possono perché non hanno i mezzi, perché sono sole o non hanno le informazioni, come fanno? Questa è un’altra grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio” ha continuato Barbieri.


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