Politica

Tajani fa chiarezza sugli abbordaggi delle navi della Global Sumud Flotilla, confermando il lavoro diplomatico a monte

La Marina israeliana ha impiegato più di 16 navi nell'operazione. Via libera della Camera alle risoluzioni presentate dalla maggioranza.

di Ernesto Ferrante -


Sono quattro le imbarcazioni della Global Sumud Flotilla che risultano ancora in navigazione. La Mikeno, al momento la più vicina a Gaza, è ancora ferma a zero nodi. Le tempistiche e le modalità degli abbordaggi da parte della marina israeliana “rivelano” il grande lavoro diplomatico fatto a monte. Rispetto al passato, anche recente, quello israeliano può essere considerato un “trattamento con i guanti”.

Le regole di ingaggio degli abbordaggi

L’ammissione è arrivata dallo stesso ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani. “Sono sollevato dal constatare che le regole di ingaggio siano state rispettate e che fino a questo momento non si registrino atti di violenza o complicazioni nelle operazioni delle forze israeliane” per fermare la Flotilla, ha detto Tajani nelle sue comunicazioni alla Camera, durante le quali ha ribadito di aver avuto, mentre era già a Montecitorio, una nuova telefonata con il collega israeliano Gideon Sa’ar, al quale ha chiesto “ancora una volta garanzie per il trattamento dei nostri connazionali e mi è stato risposto in maniera affermativa”.

“Ieri sera, quando le imbarcazioni erano ormai prossime alle acque di Gaza, la Flotilla è stata fermata dalle autorità israeliane. Gli abbordaggi sono stati pacifici e senza violenze e preparati da numerose misure di avvicinamento, partendo dalla nave madre Alma”, ha sottolineato il capo della diplomazia italiana.

Le tempistiche delle operazioni

Rivelati anche i tempi: “Secondo quanto appreso dalla nostra Ambasciata a Tel Aviv, la Marina israeliana ha impiegato più di 16 navi nell’operazione, che si concluderà nella giornata di oggi, per le precauzioni adottate per evitare incidenti. L’arrivo ad Ashdod richiederà ancora diverse ore di navigazione”.

Al momento sarebbero 22 gli italiani fermati. “Come ampiamente annunciato, una volta in porto ad Ashdod i membri della Flotilla verranno identificati e fermati, per poi essere trasferiti nei giorni successivi con voli charter in Europa”, ha precisato il titolare della Farnesina.

Tajani sui tempi delle partenze

“Secondo le informazioni disponibili, raccolte attraverso l’Unità di Crisi, che sta seguendo passo dopo passo la situazione, tutti i nostri connazionali sono in buone condizioni”, ha evidenziato il vice premier. Le prime partenze, soprattutto per chi accetterà di lasciare volontariamente Israele, potrebbero avvenire già domani. Per chi rifiuterà l’espulsione immediata, sarà necessario attendere il provvedimento di respingimento dell’autorità giudiziaria israeliana, che potrebbe richiedere 48-72 ore. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, nelle Comunicazioni alla Camera sui recenti sviluppi della situazione nella Striscia di Gaza.

“Su mie istruzioni – ha proseguito ancora Tajani – il consolato a Tel Aviv e il consolato generale a Gerusalemme assisteranno tutti gli italiani, sia al porto sia nelle procedure di rimpatrio. Già da questa notte i due consolati in contatto con i legali dei cittadini italiani imbarcati”.

Le autorità israeliane sono intenzionate a fare un unico provvedimento giudiziario di espulsione coatta di tutti i membri della Flotilla. Li trasferirebbero lunedì 6 o martedì 7 all’aeroporto di Ben Gurion e con due voli charter li manderebbero in due distinte capitali europee.

La posizione del ministro sulle manifestazioni

Antonio Tajani nelle sue repliche alla Camera si è anche soffermato sugli gli incidenti di ieri sera in diverse città italiane: “Io credo che sia giusto manifestare, sia giusto protestare, è legittimo e previsto dalla Costituzione, ma le manifestazioni non devono mai degenerare perché non c’è nessuna giustificazione per chi va a distruggere le vetrine. Il commerciante che si vede la vetrina distrutta non è un pericoloso combattente dell’esercito israeliano”.

Passate le risoluzioni della maggioranza

Via libera della Camera alle risoluzioni presentate dalla maggioranza sulle comunicazioni del ministro degli Esteri, Antonio Tajani, relative alla situazione nella Striscia di Gaza. Con 182 voti favorevoli (compresi Azione e Partito liberaldemocratico) e 101 astenuti è passato il documento che manifesta appoggio per il piano di pace Usa. L’altra ha raccolto invece 175 sì, 108 no e 7 astenuti.


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