Attualità

Trent’anni fa la pacificazione del Mozambico Zuppi e la missione possibile di Francesco

di Redazione -


di FRANCESCA CHAOUQUI

 

La pace è un obiettivo troppo importante. In ballo non ci sono soltanto le sorti dell’Ucraina e del suo popolo ma dell’Europa intera che ormai da oltre un anno viene tenuta in scacco dalla sete di onnipotenza di Vladimir Putin e dall’arroganza di Volodymir Zelensky.
Lo sa bene Papa Francesco che non si è lasciato intimidire dal rifiuto del presidente ucraino, il quale ha rispedito al mittente le proposte di mediazione della Santa Sede. Ora toccherà al cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, “condurre una missione, in accordo con la Segreteria di Stato, che contribuisca ad allentare le tensioni nel conflitto in Ucraina, nella speranza, mai dimessa dal Santo Padre, che questo possa avviare percorsi di pace”.
Si legge così nella nota diffusa nella giornata di sabato dalla sala stampa vaticana, con la quale di comunica l’incarico affidato al porporato di trovare una via di pace, parola che le due parti in causa si guardano bene dal pronunciare. Sarà compito del cardinale Zuppi fare in modo di costruire percorsi di dialogo e mediazione affinché vengano deposte le armi e si trovi una soluzione diplomatica alla risoluzione del conflitto.
La scelta di incaricare il presidente della CEI non è stata casuale. Zuppi, figura di spicco della Comunità di Sant’Egidio, si è sempre contraddistinto per il suo essere un ‘prete di strada’, vicino agli ultimi, ai poveri. Capace di ascoltare le esigenze di tutti e di far fronte alle necessità di ognuno.
La sensibilità pastorale molto vicina a quella del Pontefice, ma soprattutto la personalità autorevole e le sue capacità negoziali, hanno fatto ricadere la scelta sul porporato che già nei primi anni ’90 giocò un ruolo decisivo nel processo di pacificazione che portò alla fine della guerra civile in Mozambico. Nel 1990 il Paese africano era controllato dai socialisti del Fronte di Liberazione del Mozambico, impegnati dal 1975 in un sanguinoso conflitto interno con il partito di Resistenza Nazionale Mozambicana. In quel contesto, Zuppi svolse un eccellente ruolo di mediazione tra le due fazioni contendenti che si concluse, il 4 ottobre 1992, nel giorno della festa di san Francesco d’Assisi, dopo ventisette mesi di trattative, con la firma degli accordi di pace di Roma che sancirono la fine delle ostilità.
Dopo oltre trent’anni da quella vicenda, il cardinale è chiamato a una nuova, importantissima, missione di pace. L’organizzazione delle operazioni è ancora in fase di definizione e sicuramente la missione non inizierà prima della fine di questa settimana, essendo Zuppi impegnato con la 77esima assemblea generale della CEI che si concluderà il 25 maggio.
Nella prima fase è ipotizzabile che il porporato farà ciò che sa fare meglio: mettersi in ascolto per tracciare un nuovo percorso negoziale finalizzato al raggiungimento della pace. È ipotizzabile che gli interlocutori del cardinale siano tre: Kiev, Mosca e la Chiesa ortodossa, sia russa che ucraina. Il Patriarcato di Mosca, che inizialmente aveva appoggiato la guerra voluta da Putin rifiutando i tentativi di mediazione del Papa, ultimamente ha lanciato segnali distensivi. Zuppi potrebbe cogliere la palla al balzo, andando a cercare nella Chiesa ortodossa un valido alleato che lo appoggi nella sua azione diplomatica.
Sarà fondamentale allentare la tensione tra Russia e Ucraina, favorendo un dialogo che finora le due parti in causa hanno sempre rifiutato. Non da ultimo, proprio Zelensky che ha malamente chiuso le porte ai tentativi di mediazione di Papa Francesco. Ma il Pontefice non si è lasciato intimidire dall’ex comico ucraino e ha rilanciato gettando nella mischia uno dei suoi uomini migliori, quello che per visione e sensibilità gli è più affine.
A supporto delle azioni diplomatiche non dovranno mancare le preghiere. Lo ha ricordato monsignor Giuseppe Baturi, arcivescovo di Cagliari e segretario generale della CEI esprimendo la soddisfazione della Conferenza Episcopale per l’investitura di Zuppi, definita “un segno di grande fiducia” da parte di Papa Francesco. “Invitiamo le comunità ecclesiali e, in particolare, i monasteri presenti sul territorio nazionale – ha affermato monsignor Baturi – ad accompagnare sin d’ora con la preghiera questa missione che il Santo Padre ha voluto conferire al presidente della CEI affinché porti frutto e aiuti a costruire processi di riconciliazione”.

E nel giorno in cui è stata annunciata la nuova missione di pace, Papa Francesco è tornato a invocare l’intercessione della Vergine Maria al cui Cuore Immacolato – ha ricordato – ha voluto consacrare Ucraina e Russia, chiedendo “di rinnovare questo atto di affidamento e questa supplica”.

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