Esteri

Trump e Putin riaprono la strada della pace: “Cessate il fuoco immediato”

di Ernesto Ferrante -


È durata oltre due ore la telefonata tra il presidente statunitense, Donald Trump, e il suo omologo russo Vladimir Putin, collegato dall’edificio della scuola di musica nel campus del “Sirius Educational Center” che si è recato ad inaugurare. Parlando alla stampa, Putin ha definito il colloquio “informativo, franco e molto utile”.

Il capo del Cremlino si è detto favorevole a una “risoluzione pacifica della crisi ucraina” e pronto a collaborare con Kiev per un “memorandum” sui futuri colloqui di pace e su un cessate il fuoco, purché i due Paesi trovino compromessi in grado di soddisfare le esigenze di entrambe le parti, eliminando le cause di fondo del conflitto. Secondo il leader russo, la ripresa dei contatti a Istanbul “dà motivo di credere che, in generale, siamo sulla strada giusta”.

Per Trump il colloquio con Vladimir Putin è “andato molto” bene e i toni utilizzati “sono stati eccellenti”. Il presidente statunitense si è sbilanciato: “Negoziati tra Mosca e Kiev per cessate il fuoco al via immediatamente”. Ha fatto anche sapere di aver informato dell’esito gli altri capi di governo, tra cui Giorgia Meloni. In precedenza, il tycoon ha sentito per pochi minuti il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

“È necessario fare pressione sulla Russia affinché ponga fine alla guerra”, ha ribadito Zelensky su Telegram, dopo una riunione operativa con alti funzionari per valutare l’esito dei negoziati svoltisi in Turchia la scorsa settimana. “Gli incontri del 15 e 16 maggio hanno dimostrato al mondo la nostra disponibilità ad avvicinarci alla pace e, di conseguenza, la necessità di fare pressione sulla Russia affinché ponga fine alla guerra”, ha evidenziato il presidente dell’Ucraina.

La Germania ha esortato la Cina ad assumere un “ruolo attivo” nella ricerca di una soluzione alla guerra. “La guerra della Russia in Ucraina tocca interessi fondamentali europei. La Cina ha una responsabilità per la pace mondiale”, ha scritto su X il ministero degli Esteri tedesco, all’indomani della chiamata tra Johann Wadephul e l’omologo cinese Wang Yi.

Al fronte le truppe russe continuano a guadagnare terreno. Il ministero della Difesa ha annunciato il controllo degli insediamenti di Marine, nella regione di Sumy, vicino al confine con la Federazione russa, e Novoolenivka, nella regione orientale di Donetsk.

La Russia starebbe rafforzando le basi e costruendo infrastrutture militari nei pressi del confine finlandese. A riportare la notizia è il New York Times. Immagini satellitari, confermate da funzionari della Nato, mostrerebbero file di tende e magazzini nuovi in grado di ospitare veicoli militari, ristrutturazioni dei rifugi per aerei da combattimento. Sarebbero inoltre in corso dei lavori su una base per elicotteri rimasta inutilizzata per molto tempo. Attività e spostamenti di mezzi sono stati segnalati nei pressi di Murmansk, Olenya e Kamenka.

Recentemente, le truppe americane e finlandesi hanno tenuto in questa area una simulazione di “guerra artica”. I funzionari della difesa di Helsinki ritengono che una volta conclusa la guerra in Ucraina, la Russia ricollocherà migliaia di truppe vicino al territorio della Finlandia. I russi, dal canto loro, reputano necessario rafforzare le loro difese su quel lato per proteggersi dall’allargamento della Nato.

Il piano Kallas per garantire munizioni agli ucraini, potrebbe avere costi molto più elevati rispetto a quelli inizialmente previsti. “Qualsiasi cifra può solo essere una stima. Abbiamo quindi deciso di non concentrarci sul costo, ma sulla fornitura di ciò di cui hanno bisogno, ossia i 2 milioni di proiettili di artiglieria. È vero che i cinque miliardi sono stati superati, ma le munizioni di grosso calibro comprendono molti tipi diversi. Ce ne sono di molto costose e altre meno costose. Quindi qualsiasi cifra può essere fuorviante in termini di prezzo, perché dipende anche dal tipo di munizioni che verrà offerto”, ha riferito un alto funzionario dell’Ue. Nuovi Paesi potrebbero unirsi all’iniziativa.


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