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Esteri

Ucraina: gli ultimi colpi di coda di “volenterosi” e spreconi. Zelensky convoca il summit

Strategie e alleanze sotto i riflettori

di Ernesto Ferrante -


Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato la convocazione di due nuovi incontri della “Coalizione dei Volenterosi”, in programma il 3 gennaio in Ucraina e il 6 gennaio in Francia. Il secondo, “a livello di leader”, è stato definito “necessario”. “Sono grato al team del presidente Trump per la disponibilità a partecipare a tutte le forme di cooperazione efficaci”, ha scritto il presidente ucraino su X al termine di un colloquio con il capo negoziatore ucraino Rustem Umerov, aggiungendo che anche ieri i rispettivi team “sono stati in contatto”. Gli ucraini hanno riferito agli americani che l’attacco con droni alla residenza di Putin a Valdai, attribuito da Mosca all’Ucraina, “non è mai avvenuto”.

I fallimenti di Ue e “Volenterosi”

Francia e Gran Bretagna sono fuori da giochi e stanno sparando le ultime cartucce per ritagliarsi un ruolo che non sono state capaci di ottenere al tavolo dei negoziati di Trump. La strategia di Ue e “Volenterosi” si è rivelata errata. Gli invii di nuovi pacchetti di armi all’Ucraina con le trattative per mettere fine alle ostilità in uno stato avanzato, hanno certificato la discutibile capacità di lettura degli eventi da parte dei capi di governo europei. L’Italia, sprecando l’occasione offerta da un favorevole incastro di “condizioni”, si è adeguata all’andazzo più in voga a Bruxelles e dintorni. Budapest e Bratislava hanno mostrato più coraggio di Roma.

Putin continua a dialogare con Trump

Il dialogo tra il presidente russo Vladimir Putin e il leader statunitense Donald Trump resta basato sulla fiducia reciproca e le provocazioni di Kiev non possono minarlo. Lo ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “I leader mantengono un dialogo fiducioso e continuano a impegnarsi nei colloqui. Tali provocazioni, tali atti di terrorismo di Stato, non possono minare questo livello di fiducia reciproca tra i due presidenti”, ha sottolineato Peskov.

Il giorno prima, l’assistente presidenziale Yury Ushakov aveva detto che durante una telefonata con Trump, Putin aveva avvertito che l’azione ucraina non sarebbe rimasta “senza risposta” e che la posizione negoziale russa sarebbe stata rivalutata.

Kiev è irritata con Modi

L’Ucraina ha accusato il premier indiano Narendra Modi di aver avallato le accuse russe su un presunto attacco alla residenza del presidente Putin, esprimendo “profonda preoccupazione” per l’episodio. La stessa posizione di Modi è stata assunta da esponenti di Pakistan ed Emirati Arabi Uniti.

Le posizioni di Iran e Francia sull’attacco dell’Ucraina

Il presidente iraniano Masud Pezeshkian ha giudicato “inaccettabile” il raid nel corso di un colloquio telefonico con il suo omologo russo. Molto diversa la “visione” di Parigi. Le ricostruzioni russe non si baserebbero su “alcuna prova concreta” e costituirebbero “di per sé un atto di sfida contro l’agenda di pace” del presidente americano Donald Trump, stando all’entourage del presidente francese Emmanuel Macron.

“Non esistono prove concrete a sostegno delle gravi accuse mosse dalle autorità russe, anche dopo aver verificato le informazioni con i nostri partner”, ha osservato lo staff presidenziale francese, sostenendo che “le stesse autorità russe dicono tutto e il contrario di tutto su ciò che è realmente accaduto”.

Parole di fuoco di Medvedev all’indirizzo di Zelensky

Il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza russo Dmitry Medvedev ha minacciato di morte imminente il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un messaggio via Telegram. Medvedev ha fatto riferimento al discorso di Natale dell’ex comico, ricordando che ha augurato la morte a “una persona”, presumibilmente Vladimir Putin.

È chiaro a tutti – ha proseguito Medvedev che augura la morte non solo a ‘una persona’, ma a tutti noi e al nostro Paese. E non solo la augura, ma ha anche ordinato attacchi massicci. Non scriverò qui della sua morte violenta, anche se in questo momento la Grande Falciatrice sta spesso col fiato sul collo di questo mascalzone”. L’ex presidente russo non ha nominato direttamente Zelensky, utilizzando invece una serie di coloriti epiteti per riferirsi a lui.


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