Un 13enne lanciò dal balcone la statuetta che uccise Chiara Jaconis a Napoli: non è imputabile
La Procura dei minori di Napoli ha chiuso le lunghe indagini svolte sulla morte di Chiara Jaconis, la trentenne di Padova colpita da una pesante statuetta caduta da un balcone mentre si trovava in vacanza a Napoli con il fidanzato la domenica 15 settembre dell’anno scorso. Il responsabile sarebbe un 13enne che già in passato avrebbe lanciato oggetti dal balcone di casa, ma che per l’età non è imputabile. Rimane invece aperta l’inchiesta della Procura a carico dei genitori per le ipotesi di omicidio colposo in concorso e omessa sorveglianza.
Il 13enne non è considerato imputabile per la morte di Chiara perché, secondo l’articolo 97 del codice penale italiano, i minori di 14 anni non sono mai imputabili, essendo prevista una presunzione assoluta della loro incapacità di intendere e di volere al momento del fatto, senza possibilità alcuna di una prova contraria.
E’ questo un triste e amaro epilogo per una vicenda accaduta in un quartiere problematico che è frequentemente teatro di cronache al cui centro ci sono giovani e adolescenti protagonisti di episodi di microcriminalità o, peggio, di più gravi e sanguinosi accadimenti.
Solo un eventuale processo, da oggi, chiarirà la posizione dei genitori che si sono sempre detti all’oscuro del fatto, mentre la vicenda fu per giorni intricata e non chiarita – nonostante le attuali evidenze che riferiscono di un comportamento dell’adolescente a molti noto – con indagini che non facevano significativi passi in avanti di fronte all’assenza di precise testimonianze nel vicinato del luogo.
Questo ragazzo, descritto come “problematico” e già noto per aver lanciato in passato oggetti dal balcone (tablet, cuscini e altri), lasciò cadere la statuetta che colpì Chiara mentre passeggiava nei Quartieri Spagnoli, la giovane morì dopo due giorni in ospedale ove arrivarono da Padova tutti i suoi familiari.
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