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“Uno scenario di incuria che rimane uguale dagli anni Settanta”

di Edoardo Sirignano -

ANDREA FARINET PRESIDENTE PUBBLICITA' PROGRESSO


DI EDOARDO SIRIGNANO

“Dal 1977 diciamo che non si può morire per pioggia. Le alluvioni, però, diventano un problema solo durante l’emergenza”. A dirlo Andrea Farinet, presidente di Fondazione Pubblicità Progresso.

Domani partirà il primo festival del Progresso Sociale. Quale la sfida?

Occorre una riflessione su quale sia il modello di sviluppo da perseguire. A maggio abbiamo avviato un confronto e intendiamo portarlo avanti. L’interrogativo, attuale è il seguente: stiamo perseguendo idee giuste, promettenti, realistiche e lungimiranti? Probabilmente no!

Cosa ci ha insegnato l’ultima tragedia emiliana?

Le immagini attuali sono le stesse diffuse da una campagna di Pubblicità Progresso del 1977. Un video, in bianco e nero, trasmetteva strade inondate, cantine allagate e macchine sommerse. Nonostante ciò, non c’è ancora un piano delle acque. Basta un’acquazzone per parlare di nuova emergenza. Se andiamo avanti così tutta l’Italia è a rischio.

Non è cambiato niente neanche per quanto concerne la coscienza civile?

Quella, per fortuna, adesso, c’è. Ci blocchiamo, però, di fronte alla burocrazia, a tempi infiniti e a fondi spesi male, mentre c’è un tema ambientale da risolvere.

A cosa si riferisce?

Il Nord Italia è la macroregione più inquinata al mondo. Ci sono 80mila persone all’anno che muoiono per la qualità dell’aria. L’Italia è tra gli ultimi paesi al mondo nel recepire le direttive. La salute non è una questione di destra o sinistra.

Quello ambientale è l’unico problema?

Dopo la Spagna siamo lo Stato più iniquo in Europa. Basta guardare il dato sulla sperequazione socio-economica (misura la qualità di prodotto interno lordo che l’uno per cento più ricco della popolazione controlla). Siamo di fronte a un Paese spaccato in due. L’ascensore sociale, per cui studio, mi impegno, lavoro e avanzo, si è bloccato.

Ci sono dati a riguardo…

5 milioni di italiani sono sotto il reddito di sopravvivenza, 500mila i senza dimora. Solo nella provincia di Milano, questa sera, 15mila adolescenti e preadolescenti non sanno se ceneranno. Se sappiamo tutto ciò, possiamo andare a dormire come se niente fosse?

Quale l’obiettivo del festival?

Fare in modo che la consapevolezza sociale diventi innovazione, comportamenti, filantropia, volontariato, solidarietà. Dove è finito il sentimento di comunità?

La politica è pronta rispetto a tali sfide? Assolutamente no!
Perché?

Come è possibile che quando arriva un ciclone in Florida, vengono evacuate cinque milioni di persone, cioè tutta la Sicilia, e non muore nessuno. Questo processo si chiama auto-protezione civile. In Italia, purtroppo, è materia sconosciuta. Sapere dell’esistenza di un rischio, come comportarsi, prima, durante e dopo, però, consente di salvare vite. Persone in Emilia sono morte annegate in seminterrati e cantine, mentre bastava una pattuglia con una sirena per farle spostare altrove ed evitare il peggio. Sono d’accordo con chi dice che è il tempo del dolore, ma ritengo sia giusto anche capire, adesso, chi ha sbagliato.

Qualche errore poteva essere evitato?

L’ultima alluvione è stata a Faenza il 3 maggio. Sono passati meno di venti giorni e siamo di fronte al medesimo film. La prevenzione va fatta oggi, non domani. Stesso discorso vale per corsi, seminari e piano delle acque.

Perché su tali temi c’è disinteresse da parte di chi governa?

I fiumi non votano e tantomeno gli argini. Ci ricordiamo dei nostri bacini solo quando succede una tragedia. Quando arriverà la siccità anche l’Emilia sarà un lontano ricordo. Dobbiamo essere più simili a francesi e tedeschi per quanto riguarda la lungimiranza. A dirlo un italiano convinto. È un problema infrastrutturale, che va risolto presto. Abbiamo i fondi e non li spendiamo al meglio.

Un’opportunità può essere il Pnrr…

Non capiterà mai più che all’interno di un tesoretto ci siano risorse dedicate a interventi specifici. L’Europa ci sta dicendo di fare i progetti perché ce li paga. Se sprechiamo quest’opportunità, siamo davvero autolesionisti.

Ci sono delle priorità…

Tante sono le cose da fare. La priorità è che non si dovrà più morire per pioggia. Una volta la tragedia è il Ponte Morandi, un’altra Rigopiano, poi Ischia, la Toscana e oggi l’ Emilia.

Ha mai pensato di fondare un partito?

Siamo apolitici, apartitici e areligiosi. Detto ciò, la nostra comunità ha creato un libro bianco sulla comunicazione e l’innovazione sociale, che da lunedì sarà aperto alla società civile, agli esperti, agli studiosi, ai ricercatori e soprattutto ai cittadini. Chiunque avrà una proposta potrà scriverci. La valuteremo e la includeremo in una piattaforma che sarà scaricabile in modo gratuito. Così ci mettiamo a disposizione della collettività.

Sottoporrete questo libro anche alla politica?

Ascolteremo i politici lungimiranti, mentre se sono propagandistici non fanno al nostro caso e quindi li lasceremo perdere.


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