Ambiente

Utilitalia: L’Italia ha bisogno di termovalorizzatori. Il maggiore deficit a Roma e al Centro-Italia

di Angelo Vitale -


L’Italia ha bisogno di nuovi termovalorizzatori: uno studio di Utilitalia sull’impiantistica attuale e il fabbisogno al 2035 fotografa un’esigenza di impianti per 2,35 milioni di tonnellate di rifiuti. Senza impianti – viene rilevato -, continuerà la diaspora continua di camion che trasportano rifiuti da regione a regione e non crescerà nemmeno la raccolta differenziata il cui trend va di pari passo con la presenza di termovalorizzatori sui territori e non è ad esso antitetica.

Per conseguire gli obiettivi fissati dal pacchetto europeo sull’economia circolare al 2035, servono nel nostro Paese anche nuovi impianti per il recupero energetico delle frazioni non riciclabili. Gli attuali impianti di trattamento dei rifiuti urbani sono numericamente insufficienti e mal dislocati sul territorio, costringendo il nostro Paese a continui viaggi dei rifiuti tra le regioni e a ricorrere in maniera ancora eccessiva allo smaltimento in discarica. Senza una decisa inversione di tendenza sarà impossibile raggiungere i target Ue che prevedono sul totale dei rifiuti raccolti, entro 12 anni, il raggiungimento del 65% di riciclaggio effettivo e un utilizzo della discarica per una quota non superiore al 10%: oggi siamo ad un riciclaggio effettivo pari al 48,1% e ad un ricorso allo smaltimento pari al 19%.

Lo studio Utilitalia riguarda gli impianti di digestione anaerobica per il trattamento dei rifiuti organici e di recupero energetico per i rifiuti non riciclabili. Per i primi, sui quali da anni la Federazione che raggruppa le aziende dei servizi pubblici Utilitalia ha svolto azioni per promuoverne la realizzazione e sui quali pure è intervenuto il Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti, un’analisi più puntuale sugli eventuali effettivi fabbisogni residui si potrà fare solo più avanti, poiché si sta registrando nel Paese l’apertura di nuovi impianti e l’adeguamento di altri già esistenti.

Resta invece ancora critica la prospettiva per il recupero energetico. Considerando la capacità attualmente installata, se si vogliono centrare gli obiettivi europei e annullare l’export di rifiuti tra le varee aree dello Stivale, il fabbisogno impiantistico relativo alla termovalorizzazione ammonta a circa 2,35 milioni di tonnellate che evidenziano pure il nodo della questione nell’area, non a caso, ove è ubicata Roma Capitale, da anni teatro di polemiche politiche su un nuovo termovalorizzatore non ancora realizzato.

Infatti, il Nord risulterà in deficit di 150mila tonnellate, il Centro avrà bisogno di termovalorizzare ulteriori 1,15 milioni di tonnellate e il Sud avrà un fabbisogno di recupero energetico di 550mila tonnellate. Per la Sicilia il deficit sarebbe di 550mila tonnellate e la Sardegna presenterebbe un deficit di 150mila tonnellate.

II territori che registrano le percentuali più alte di raccolta differenziata – spiega Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia – sono quelli in cui è presente il maggior numero di impianti. Ciò dimostra che la raccolta differenziata per il riciclo e gli impianti non sono due elementi contrapposti, ma rappresentano due facce della stessa medaglia. Mentre per quanto riguarda i rifiuti organici registriamo l’apertura di nuovi impianti di digestione anaerobica e molti progetti in corso di sviluppo, anche grazie al Pnrr. Ma per quanto riguarda il recupero energetico dei rifiuti non riciclabili ancora molto resta da fare, fermo restando l’importanza del percorso intrapreso per Roma Città Capitale”.


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