Verona-Inter, scintille al Bentegodi: Bisseck ferma Giovane da “ultimo uomo”, solo giallo e polemiche roventi
Nel lunch match della decima giornata di Serie A, l’Inter ha espugnato il Bentegodi battendo il Verona 2-1. Zielinski ha aperto le marcature, poi il pareggio di Giovane ha illuso i gialloblù prima dell’autogol di Frese nei minuti di recupero che ha deciso l’incontro. Ma a far discutere non è stato tanto il risultato, quanto un episodio al 66’, con protagonista il difensore nerazzurro Yann Aurel Bisseck.
L’episodio che accende la polemica
Al minuto 66, un retropassaggio corto di Sučić sorprende Bisseck: Giovane si inserisce e punta la porta, con davanti solo Sommer. Il difensore tedesco tenta una scivolata disperata e travolge l’attaccante. Il Bentegodi esplode, la panchina di Zanetti protesta chiedendo il rosso per fallo da ultimo uomo. L’arbitro Doveri, dopo un rapido confronto col VAR, opta però per il cartellino giallo, spiegando che il pallone — toccato da Giovane — si stava spostando verso l’esterno del campo. Decisione corretta?
Verona – Inter: cosa dice il regolamento e i criteri del DOGSO
L’episodio rientra nella casistica del DOGSO (Denying an Obvious Goal-Scoring Opportunity), cioè l’annullamento di una chiara occasione da gol.
Secondo il regolamento, l’arbitro deve valutare quattro parametri:
- Distanza dalla porta;
- Direzione dell’azione (verso la porta o verso l’esterno);
- Possibilità di controllo del pallone;
- Posizione e numero dei difensori.
Solo se tutti e quattro gli elementi sono presenti il fallo è punibile con l’espulsione diretta. In caso contrario — o se il difensore tenta realmente di giocare il pallone — può bastare l’ammonizione.
L’analisi di Luca Marelli (DAZN)
A chiarire la decisione è intervenuto l’ex arbitro Luca Marelli ai microfoni di DAZN, che ha detto:
“Fallo di Bisseck? Non è da espulsione. Inutile analizzare il fermo immagine, va visto in dinamica dove sta andando il pallone. Uno dei parametri è la direzione generale dell’azione. Il pallone va velocemente verso la parte destra, si vede benissimo che va sull’esterno. Scorre molto lontano dal centro del campo e va nella zona dove per altro c’è Sučić. Manca sicuramente un parametro per il rosso e forse ne manca anche un secondo, cioè la posizione dei difensori. Perché nella zona della direzione del pallone c’è Sučić. Al 92′ non c’è rigore su Esposito, non c’è trattenuta, troppo poco per un rigore.”
Secondo Marelli, quindi, l’arbitro ha applicato correttamente i criteri DOGSO: l’azione non era diretta verso la porta e c’erano altri difensori in grado di intervenire.
La reazione del Verona
A fine gara, il tecnico gialloblù Paolo Zanetti ha espresso la propria amarezza:“L’episodio ci ha condizionati. Dal campo sembrava un intervento da rosso netto, Giovane sarebbe andato in porta. Ma l’arbitro ha valutato diversamente.”Molti tifosi scaligeri hanno condiviso la sensazione che il contatto fosse punibile con l’espulsione, ma il regolamento — e la sua interpretazione — lasciano sempre un margine di discrezionalità.
Verona – Inter: un rosso che divide
Il caso Bisseck riaccende il dibattito eterno sul concetto di “ultimo uomo”. La direzione del pallone, la copertura difensiva e la volontà di giocare la palla hanno spinto Doveri verso il giallo, ma le polemiche restano forti.
Episodi come questo continuano a minare la credibilità del sistema arbitrale, già scosso in questa stagione da numerosi errori gravi e decisioni controverse. Il problema non è solo nell’interpretazione dei singoli, ma in un regolamento che appare sempre meno chiaro, pieno di sfumature che confondono tifosi, giocatori e addetti ai lavori.
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