Weapons, mistero dramma e ironia possono convivere in un horror?
Una comunità viene sconvolta dalla sparizione improvvisa di un’intera classe fatta eccezione per un bambino, Alex. La maestra della classe Justine sarà presa di mira dai genitori delle vittime per un caso avvolto dal mistero più totale, l’unica certezza delle autorità è l’ora nella quale i bambini iniziano a fuggire nella notte dalle proprie case, correndo tutti nella stessa maniera come se fossero telecomandati. Weapons è un film del 2025 appena uscito nelle sale scritto e diretto da Zach Cregger alla sua seconda opera dietro la macchina da presa e con un cast solido e ricco di maestranze: Julia Garner interpreta la maestra Justine, perseguitata da alcuni genitori e sull’orlo di una crisi di nervi, data dalla sparizione dei bambini e dal suo problema di alcolismo, Josh Brolin nella parte di Archer padre di uno dei bambini scomparsi che non si da pace sul caso continuando a tartassare la polizia e portando avanti le indagini personalmente, Benedict Wong interpreta Marcus il preside della scuola, Alden Ehrenreich è il poliziotto Paul, Cary Christopher interpreta l’unico bambino rimasto della classe Alex mentre Austin Abrams interpreta il mio personaggio preferito ovvero James, un tossico in cerca di soldi ma molto sfortunato nei suoi incontri. I nomi dei personaggi sono molto importanti in quanto la storia ci viene raccontata attraverso il loro diverso punto di vista con degli appositi cartelli che ci avvisano sul chi andremmo a seguire e le varie storie sono collegate attraverso l’intreccio tra i personaggi rendendo il ritmo del film sostenuto e incalzante. La regia del film segue i vari cambi di ritmo della pellicola passando magistralmente da un registro più lento e posato adatto a creare la tensione giusta che serve nell’horror, al registro più d’azione fatto di inseguimenti in macchina e di tante corse dei nostri personaggi, con un utilizzo perfetto non solo della colonna sonora ma anche dei suoni diegetici. Andrebbero menzionate le innumerevoli citazioni cinematografiche all’interno del film ma mi limiterò a riportare la mia preferita: nel capitolo dedicato a James, il tossico, ci viene riproposta la stessa inquadratura di Silent Bob fuori dal negozio nel film Clerks di Kevin Smith, ironico, pensando che in quello stesso capitolo avremmo una delle rivelazioni principali del film pur trovandoci di fronte al personaggio più misero e insignificante fino a quel momento. Ma il vero cambio di direzione è dato dall’entrata di un personaggio specifico, Gladys la zia di Alex interpretata da Amy Madigan attrice pazzesca e anche coniuge di un attore altrettanto bravo Ed Harris. La sua interpretazione è spettacolare ma le criticità del film ruotano proprio intorno alla sua figura, che in un certo senso toglie l’alone di mistero dei casi di sparizione svelandoci il trucco, in una delle scene forse più comiche del film quella dentro la casa del preside Marcus. In conclusione, Weapons è un film che diverte e spaventa a tratti, un tentativo ben riuscito di mischiare il pulp, la commedia nera e l’horror senza far sfigurare nessuno dei tre, pur lasciando indietro alcune storie secondarie molto interessanti e che potevano essere approfondite con il rischio però di dimenticare la sua natura horror. Si discute spesso sulla durata eccessiva dei film, soprattutto nei film da festival o d’autore, premettendo che è sempre molto da ipocriti pensare di sapere davvero cosa debba essere tagliato o aggiunto in un film. Vorrei però sbilanciarmi e dire che per Weapons bisognerebbe fare il discorso opposto: forse un film così ben scritto e con così tanti personaggi forti andava allungato anche correndo il rischio di un minutaggio non canonico dei classici horror da un’ora e mezza.
di ARMARCORD
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