Esteri

Zelensky a casa di Erdogan. E la Russia osserva e giudica

di Ernesto Ferrante -


Praga, Bratislava, Ankara. Guerra e grano. A meno di una settimana dal vertice di Vilnius della Nato in programma l’11 e il 12 luglio, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è spostato in lungo e in largo. La sua giornata “chilometrica” è iniziata con un patto d’armi nella Repubblica Ceca, sbandierato dal primo ministro Petr Fiala nel corso della conferenza stampa congiunta. “La Repubblica Ceca donerà ulteriori elicotteri da combattimento e centinaia di migliaia di munizioni di grosso calibro. Aiuterà anche ad addestrare i piloti (ucraini, ndr) sugli aerei F-16 e fornirà simulatori di volo per consentire l’addestramento anche in Ucraina”, ha detto Fiala.

Seconda tappa in Slovacchia, tenuta nascosta fino all’ultimo momento, dove ha incontrato la presidente Zuzana Caputova, il primo ministro Ludovit Odor e il presidente del Consiglio Nazionale Boris Kollar. Sul tavolo il “concreto sostegno alla difesa e dell’integrazione euro-atlantica dell’Ucraina”, il summit Nato, la “Formula di pace”, la cooperazione bilaterale e la sicurezza energetica”. Chiusura in Turchia, per il colloquio più atteso, quello con il presidente Recep Tayyip Erdogan, per discutere dell’estensione dell’accordo sulle esportazioni di grano dal Mar Nero che scadrà il prossimo 17 luglio. Lo scorso 30 giugno, il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha dichiarato che “non ci sono le ragioni per prorogare l’accordo sui corridoi del grano”. Turchia e Onu sono stati pazienti mediatori dell’intesa. La sua cessazione potrebbe far salire i prezzi alimentari globali, data l’importanza dell’Ucraina come esportatore di cereali. Ad oggi 30 milioni di tonnellate sono uscite dai suoi porti, dove erano rimaste bloccate a causa delle ostilità. In agenda anche le relazioni bilaterali tra i due Paesi e il conflitto in corso.

L’ex comico spera che il “sultano” riveda le posizioni assunte riguardo il sostegno militare. Oggetti dei desideri sono i sofisticatissimi droni Bayraktar TB2, sviluppati dalla turca Baykar Technologies, già utilizzati dal 2014 nel Donbass. Dei gioielli altamente letali, omologati per trasportare un carico di 150 kg su 4 piloni sotto le ali, che comprende mini bombe a guida laser MAM-L, missili anticarro a lungo raggio Umtas e razzi Cirit da 70 mm, tutti prodotti “in casa” dalla Rocketsan. Erdogan al termine di un recente consiglio dei ministri, aveva affermato che la Turchia continuerà a lavorare per favorire il dialogo tra i belligeranti e creare le condizioni per un cessate il fuoco. La Russia segue “molto da vicino” l’esito del faccia a faccia tra Erdogan ed il suo omologo ucraino Zelensky, ha fatto sapere il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, durante un punto stampa. “Certo, seguiremo molto da vicino i risultati dei negoziati. Manteniamo rapporti di partenariato costruttivi con Ankara, apprezziamo questi rapporti e sentiamo reciprocità da parte turca.

Pertanto, ovviamente, siamo interessati a sapere cosa sarà discusso tra Erdogan e Zelensky. È importante”, ha spiegato Peskov. A stretto giro, il riconfermato presidente turco dovrebbe vedere anche Vladimir Putin. Lo riferisce l’emittente turca ‘A Haber’. La notizia non è stata smentita dal portavoce Peskov, che si è trincerato dietro un “non appena sarà stabilita la data dei contatti, vi informeremo”. A margine del summit lituano, il leader turco, dato troppo frettolosamente per finito, potrebbe confrontarsi con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden per affrontare il nodo dell’ingresso della Svezia della Nato, che la Turchia continua a non ratificare accusando il Paese scandinavo di non consegnarle alcuni terroristi del Pkk e della rete che fa capo al predicatore estremista Fethullah Gulen.


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