Israele – Iran, il conflitto entra nel vivo: nuovo scambio di missili della notte
Il conflitto latente tra Israele e Iran è esploso in un’operazione militare su larga scala che rischia di infiammare l’intero globo. Questa notte l’aeronautica israeliana ha colpito obiettivi strategici iraniani, tra cui ancora siti legati al programma nucleare. Teheran minaccia pesanti ritorsioni, mentre la comunità internazionale osserva con crescente allarme.
Il fragile equilibrio in Medio Oriente è stato infranto da un’azione militare diretta e senza precedenti: Israele ha lanciato un massiccio bombardamento aereo su Teheran, colpendo in modo chirurgico obiettivi strategici, tra cui il Ministero della Difesa e un deposito petrolifero nella zona nord-occidentale della capitale iraniana.
Le esplosioni, avvenute nelle prime ore della mattina, hanno generato incendi devastanti e una colonna di fumo visibile da gran parte della città. Migliaia di cittadini sono scesi in strada in preda al panico, mentre le autorità parlavano di un attacco “codificato e brutale”, rivendicato informalmente da fonti legate all’aeronautica israeliana.
Il numero delle vittime non è stato ufficialmente comunicato, ma testimoni oculari parlano di decine di feriti e vittime tra civili e personale militare. Diverse ambulanze e mezzi dei Vigili del Fuoco sono intervenuti senza sosta nelle aree colpite. La comunità internazionale si è estremamente preoccupata:
gli Stati Uniti hanno chiesto “moderazione” coinvolgendo Putin come mediatore, pur riconoscendo “il diritto di Israele a difendersi”, L’Unione Europea ha convocato una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri, Russia e Cina hanno chiesto un’immediata cessazione delle ostilità.
Nel frattempo, le città israeliane di Tel Aviv, Haifa e Ashdod sono entrate in stato di emergenza, con i rifugi aperti e il traffico aereo temporaneamente sospeso.
È un fuoco incrociato che brucia non solo sulle mappe militari, ma nella carne viva delle popolazioni: bambini trascinati nei rifugi, ospedali sovraccarichi, blackout e sirene ininterrotte. Il cielo, oggi, non è stato alleato né rifugio: è diventato il teatro di una guerra che si combatte ad alta quota, ma che lascia le sue conseguenze a terra, tra le urla e le macerie. Il pericolo ora è che questa danza di missili si trasformi in qualcosa di ben peggiore: un conflitto espanso, che coinvolga altre nazioni, milizie e blocchi internazionali.
Ma già oggi, con queste prime piogge infuocate, il Medio Oriente ha fatto un passo avanti nel buio.
Un passo che, se non fermato, rischia di riscrivere con il fuoco la geografia e la storia di un’intera regione.
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