Dai clan allo sport: i beni confiscati rinascono come spazi di legalità. A Caserta il campo LibHero
Dove un tempo comandavano i clan, oggi si corre, si gioca e si pratica sport: i beni confiscati alla criminalità organizzata stanno diventando sempre più spesso luoghi vivi, restituiti alla collettività.
Un esempio virtuoso arriva da Trentola Ducenta, alle porte di Caserta, dove è stato appena inaugurato LibHero, un villaggio sportivo polifunzionale di oltre quatto mila metri realizzato su un terreno confiscato riconducibile ad un esponente di spicco della camorra.
Oggi quel luogo è diventato un presidio di legalità e un modello di rigenerazione urbana e sociale replicabile a livello nazionale: un progetto che trasforma, per la prima volta in Italia, un’importante azienda confiscata – il centro commerciale Jambo – in un temporary sport center, dove praticare sport e contrastare qualsiasi tipo di discriminazione. Promosso dall’associazione Sport e Legalità e finanziato attraverso fondi pubblici e donazioni private, Libhero è oggi un punto di riferimento per le attività sportive giovanili del territorio.
Ospita campi da padel, pickleball, street basket, calcio 3vs3 e beach volley; due piscine per bambini con spazio per baby dance, un’area multi attrezzata per fitness, sport rotellistici, sport di combattimento, scherma, danza e sport musicali, ginnastica, golf, tennistavolo, percorsi ludico-sportivi ed esibizioni; è aperto gratuitamente a scuole, oratori e associazioni del terzo settore. Con un nome che richiama l’eroismo silenzioso di chi ogni giorno anche attraverso un’attività ludica e di benessere come può essere la pratica sportiva sceglie la “strada giusta”, il villaggio nasce da una visione ben precisa: lo sport come strumento educativo di inclusione sociale e di promozione della cultura della legalità. Soprattutto in contesti difficili.
Ma parliamo di numeri: dall’istituzione nel 2010 dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata sono stati oltre 43 mila i beni immobili comprensivi di appartamenti, ville, negozi, terreni e capannoni sottratti alla criminalità per finalità di riutilizzo sociale. Di questi, 23 mila sono già stati destinati mentre i restanti, quasi la metà, sono ancora in attesa di assegnazione sotto il controllo dell’Agenzia. Le cifre evidenziano un grande potenziale per la riconversione culturale ed economica, un patrimonio e una risorsa da valorizzare. E progetti come LibHero mostrano la via: non solo riutilizzare, ma rigenerare. Laddove la mafia seminava controllo e violenza, lo Stato con il supporto di reti associative, cittadini attivi e in questo caso specifico di Sport e Salute e Coni, può costruire futuro, socialità, benessere. Il campo LibHero non è solo un luogo dove si pratica sport, ma un presidio permanente di legalità e il murales all’ingresso lo ricorda in modo inequivocabile: “La libertà è un gioco di squadra”. E ogni giornata trascorsa su quei campi sportivi è una vittoria contro il silenzio e la rassegnazione.
Torna alle notizie in home