I fronti caldi del centrosinistra, leadership di Schlein alla prova delle Regionali
I fronti caldi del centrosinistra e del Pd si giocano tutti al sud: Calabria, Campania e Puglia banco di prova delle Regionali ma anche del campo largo, mentre Schlein si gioca la sua leadership
La politica nazionale torna a guardare alla Calabria. Un audio inviato nelle scorse ore dal segretario regionale di Alleanza Verdi e Sinistra, Fernando Pignataro, a militanti e simpatizzanti, ha messo nero su bianco – o meglio, voce su voce – lo stato delle trattative tra le forze del centrosinistra per le elezioni regionali.
Calabria verso le Regionali, l’audio di Pignataro
Nella registrazione, Pignataro racconta lo svolgimento della riunione nazionale in corso tra la segreteria del Pd, Movimento 5 Stelle e AVS. E il leader calabrese rivendica la presentazione di una “carta dei principi” con punti considerati irrinunciabili: difesa della sanità pubblica, no al ponte sullo Stretto, tutela ambientale, salario minimo regionale, reddito di dignità regionale e priorità al lavoro. “Se si accettano queste condizioni, si va avanti – spiega – altrimenti vuol dire che abbiamo due idee diverse per questa regione”. Sul documento è arrivato un sostegno di massima, pur con resistenze, soprattutto da parte del M5S, critico sul metodo con cui le proposte sono state introdotte. È stato comunque deciso di affidare a un gruppo di lavoro la stesura del programma definitivo, mantenendo come base i principi fissati da AVS.
Molto più complicata la questione del candidato alla presidenza della Regione. Pignataro smentisce che ci sia già un accordo e punta il dito contro una mossa del Pd, che avrebbe ventilato la candidatura di Pasquale Tridico (ex presidente INPS) salvo sapere che aveva già declinato. Secondo Pignataro, l’operazione avrebbe avuto lo scopo di bloccare la strada a Flavio Stasi, sindaco di Corigliano-Rossano, sostenuto da una parte consistente della coalizione, tra cui Italia Viva, +Europa, Rifondazione Comunista e Demos. Un pezzo importante del Pd calabrese, guidato da Nicola Irto, sarebbe invece contrario a questa ipotesi. “Non accetteremo alcun veto sulle nostre candidature in Calabria – avverte – soprattutto quando noi non ne abbiamo mai posti sui nomi proposti da PD e M5S altrove”. In caso di atteggiamento “ostruzionistico e irresponsabile”, AVS non esclude una rottura del tavolo regionale.
Pd e Schlein alla prova delle Regionali anche in Puglia e Campania
Il clima teso in Calabria si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà interne al Pd. In Puglia, la candidatura di Antonio Decaro alla presidenza della Regione passa dalle mani del governatore Michele Emiliano e, in subordine, di Nichi Vendola. Ma l’europarlamentare ha fatto sapere: “Se ci sono loro, io non mi candido”. Se Decaro rinunciasse alla corsa, i riformisti del Pd sarebbero pronti a proporgli la leadership sul fronte anti-Schlein. Per ora, Decaro resta in stand-by, mentre a Schlein tocca sciogliere la matassa.
Anche in Campania non tira una bella aria. Vista l’incandidabilità di Vincenzo De Luca il centrosinistra vede in cima alla lista dei papabili il nome di Roberto Fico, ex presidente della Camera (e M5S), che avrebbe ottenuto un via libera di massima da De Luca dopo un incontro con Schlein lo scorso luglio. Ma c’è dell’altro: l’idea di eleggere subito Piero De Luca (figlio dell’attuale governatore) a coordinatore regionale si è complicata per contrasti interni e resistenze da Napoli. Per non rompere l’accordo con il padre sul sostegno a Fico al voto si valuta un piano B: rinviare il congresso regionale a dopo le elezioni, ma intanto far entrare Piero De Luca nella segreteria nazionale del Pd. E così, Calabria, Puglia e Campania non si giocano solo le Regionali, ma diventano anche un test cruciale per i rapporti di forza interni al Pd e per la leadership di Elly Schlein.
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