Esteri

Bruxelles festeggia la “democrazia incompiuta” in Moldavia

Gli attivisti di Promo-Lex hanno segnalato l'apertura in ritardo di molti seggi e la compravendita di voti

di Ernesto Ferrante -


Il Parlamento moldavo è espressione della diaspora europea. La Transnistria è stata quasi totalmente esclusa dal processo elettorale. I diritti dei moldavi residenti in Russia, circa mezzo milione, sono stati limitati e i partiti politici dell’opposizione sono stati messi fuori gioco. Ci sarebbero tutti gli elementi per parlare di sfregio alla democrazia, eppure si celebra il trionfo della libertà e del pluralismo. Non deve sorprendere: accade ogni volta che a prevalere alle urne sono quelli con il sigillo di garanzia di Bruxelles.

Il Pas stacca tutti grazie ai voti della diaspora

Il partito filo-occidentale al governo ha vinto le elezioni legislative in Moldova. A scrutinio ultimato, il Partito d’Azione e Solidarietà (Pas) ha ottenuto il 50,20%, mentre il Blocco Patriottico (Blocul Patriotic), filo-russo, ha raccolto 24,18%. Il Blocco Alternativa, più orientato verso Mosca, si è attestato al 7,96%, il populista Nostro Partito (Pn), sostenitore dell’equilibrio tra Est e Ovest, al 6,20%. Democratia Acasa (Ppda), di destra, non è andato oltre il 5,62%. In base a questi risultati, il Pas avrà 55 seggi sui 101 nel Parlamento monocamerale moldavo. L’obiettivo dichiarato era conquistarne almeno 63 come nella scorsa legislatura, ma basteranno comunque per varare un governo monocolore. Il Blocco patriottico ha eletto 26 deputati, il Blocco alternativa 8, 6 ciascuno per Pn e Ppda. Sotto la soglia di sbarramento e quindi senza rappresentanza le altre 17 liste in corsa.

Il ruolo della propaganda in Moldavia

All’interno del Paese ha vinto l’opposizione, ma sulla bilancia hanno pesato di più i voti espressi nei seggi all’estero. Il martellamento propagandistico sulle “interferenze di Mosca” e il “pericolo di attacco armato dalla Transnistria”, dove è dislocato un contingente di interposizione russo, ha fatto presa sulla diaspora moldava. Il cammino di avvicinamento alle urne è stato contrassegnato dall’arresto di vari esponenti “scomodi” (come la governatrice della Gagauzia Eugenia Gutul, condannata a sette anni di carcere per “finanziamenti illeciti di 19 mila euro” nella campagna elettorale del 2023) e dall’esclusione dal voto di sette partiti. Grande Moldavia è stato estromesso all’ultimo momento per simpatie “filo-russe”. Decine di osservatori internazionali provenienti da Francia, Spagna, Russia, Romania e Germania non hanno ricevuto l’accreditamento.

Il piano per la vittoria degli europeisti

Il numero di seggi in Europa occidentale è stato aumentato da 234 a 301, con 864.000 schede distribuite, contro i 2,7 milioni in patria. Sandu contava di ottenere 400.000-500.000 voti della diaspora, ma si è fermata a 275.000. Secondo gli oppositori, la flessione è stata determinata dalla chiusura dell’USAID, decisa da Trump.

Gli attivisti di Promo-Lex hanno segnalato l’apertura in ritardo di molti seggi, alcuni dei quali erano privi di telecamere. Denunciata anche la compravendita di voti. Su diversi social circolavano video con “offerte” di 50 euro per una scheda elettorale votata per Pas e 20 euro per ogni elettore presentato.

L’esito delle legislative può avere diverse implicazioni. La minoranza teme che la Moldavia possa essere trascinata in una guerra contro la Russia, presumibilmente attraverso l’occupazione della Transnistria, anche con l’aiuto ucraino e rumeno.

Le posizioni contrapposte di Ue e Russia

Le elezioni parlamentari moldave, “sono state competitive e hanno offerto agli elettori una scelta chiara tra alternative politiche”, anche se il processo “è stato compromesso da gravi casi di interferenza straniera, finanziamenti illeciti, attacchi informatici e disinformazione diffusa”, ha affermato Paola Cardoso, parlamentare portoghese e leader della missione di osservazione Ocse. Nel rapporto presentato, 391 osservatori da 50 Paesi hanno riscontrato “il più alto livello di minacce ibride provenienti dalla Russia, dal finanziamento illecito incanalato attraverso reti ombra alle campagne informative implacabili che erodono la fiducia pubblica e agli incidenti di cybersicurezza progettati per seminare caos”.

La Commissione Europea, attraverso il portavoce della Guillaume Mercier, ha fatto sapere che dovrebbe essere aperta la prima fase giuridica dei negoziati per l’adesione all’Ue sia per l’Ucraina che per la Moldavia, ma per questo occorre una decisione unanime degli Stati membri.

In attesa di una valutazione sulle denunce di brogli, il Cremlino sostiene che “centinaia di migliaia” di cittadini moldavi non hanno potuto partecipare al voto in Russia. In un briefing, il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, ha definito “insufficienti” i soli due seggi elettorali allestiti. Il popolo moldavo si trova tra due fuochi. Il Paese è parte di una contesa più ampia, dagli sviluppi pericolosi.


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