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Attualità

Semplificazioni PA 2025: il pacchetto Zangrillo cambia la vita ai cittadini

Snellite 400 procedure, più servizi e più efficienti per l'Italia che vuole correre

di Anna Tortora -


Il ministro Zangrillo presenta un nuovo pacchetto di semplificazioni: 400 procedure snellite, servizi più efficienti e un’Italia che torna a crescere

Zangrillo accelera: meno burocrazia, più Paese reale

C’è chi promette rivoluzioni amministrative a colpi di slogan e chi, invece, le rivoluzioni le costruisce pezzo dopo pezzo. Paolo Zangrillo appartiene alla seconda categoria, e l’ultimo pacchetto di semplificazioni lo dimostra: interventi concreti che incidono sulla vita quotidiana, dal potenziamento delle farmacie alle agevolazioni per il turismo, fino alla proroga dei dehors dei locali al 31 dicembre 2026.
Una nota di Forza Italia sottolinea la portata concreta del pacchetto di semplificazioni:
“Continua il lavoro del Ministro Paolo Zangrillo per rendere più semplice la vita dei cittadini. Con questo pacchetto di norme una serie di grandi innovazioni come il potenziamento delle farmacie, agevolazioni per il settore del turismo, proroga fino al 31 dicembre 2026 per i dehors dei locali e molte altre che semplificheranno la vita di ognuno di noi. Un’Italia più efficiente è un’Italia che cresce.”
Nel pieno di un dibattito politico dominato da slogan, queste misure non restano sulla carta: incidono davvero sulla vita dei cittadini e sul funzionamento dello Stato, accorciando tempi, snellendo procedure, togliendo ostacoli a imprese e famiglie.

400 procedure semplificate: numeri, non promesse

Zangrillo lo ha ribadito con chiarezza, presentando il lavoro portato avanti dalla Funzione Pubblica:
“Abbiamo raggiunto un altro obiettivo per rendere la Pubblica amministrazione più semplice ed efficiente per i nostri utenti, cittadini e imprese. Fino ad oggi abbiamo semplificato circa 400 procedure intervenendo in settori strategici per cittadini e imprese. In questo modo il Dipartimento della funzione pubblica è in linea con gli obiettivi previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si tratta di un risultato importante che abbiamo raggiunto con un metodo di lavoro innovativo, abbandonando logiche autoreferenziali per avviare un confronto costante con tutte le amministrazioni, le associazioni di categoria e i nostri utenti.”
Un cambio di passo evidente: dalla scuola all’ambiente, dall’artigianato ai controlli sulle imprese, l’approccio non è più quello della burocrazia che parla con se stessa, ma di un’amministrazione che ascolta il Paese reale.
Lo stesso messaggio è risuonato negli Stati Generali della Ripartenza di Bologna:
“La pubblica amministrazione è un volàno per lo sviluppo del nostro Paese. Per questo motivo abbiamo avviato un processo di rinnovamento per attrarre investimenti e offrire servizi sempre più efficienti ai nostri utenti, cittadini e imprese. Semplificare la burocrazia e velocizzare le procedure è il presupposto necessario per supportare le aziende. Abbiamo semplificato circa 400 procedure. In settori strategici come i controlli alle imprese, l’artigianato, i servizi erogati dalle farmacie, la scuola, l’ambiente e molto altro ancora.”
Un approccio pragmatico, lontano dalle dichiarazioni di facciata.
Una visione chiara: lo Stato deve facilitare, non ostacolare.

L’Italia che ha deciso di correre

Forse non farà rumore quanto le solite polemiche da salotto televisivo. Forse non attirerà gli indignati di professione, sempre pronti a difendere una burocrazia che non subiscono mai. Ma è questo, esattamente questo, il lavoro che cambia davvero l’Italia. Smontare, pezzo dopo pezzo, quei veti e quelle liturgie amministrative che per anni hanno paralizzato il Paese.
Chi critica questo percorso dovrebbe guardare la realtà: senza una Pubblica amministrazione snella, moderna, capace di accompagnare cittadini e imprese, non c’è competitività possibile. E oggi, finalmente, qualcosa si muove. Una maggioranza determinata sta trattando la semplificazione non come uno slogan, ma come un requisito essenziale per far ripartire lo sviluppo.
E allora sì, è la strada giusta: l’Italia che non vuole più farsi frenare, l’Italia che ha deciso di correre.
E questa volta, finalmente, nella direzione corretta.


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