Ue, la Commissione Von der Leyen bis compie un anno tra polemiche e malumori
Si verifica puntualmente quello che, in ambito politico, può essere considerato quasi un assioma: chi è chiamato a governare si trova più spesso destinatario di critiche che di riconoscimenti. Un esempio emblematico è rappresentato dalla Commissione europea, guidata da Ursula von der Leyen, che proprio all’inizio di questa settimana ha celebrato il primo anniversario del suo mandato istituzionale bis.
L’unione Europea: un anno complesso
È stato un anno denso, complesso, inserito in un contesto geopolitico dominato dalla guerra in Ucraina, dal conflitto israelo-palestinese e da una congiuntura economica piuttosto difficile. Una combinazione di fattori che ha spesso relegato l’Unione Europea al ruolo di comprimario sulla scena internazionale, schiacciata dalla forza politica delle principali superpotenze globali come Stati Uniti, Russia e Cina. In questo quadro geopolitico instabile, le decisioni assunte dalla Commissione europea sono risultate ancor più delicate e, inevitabilmente, non hanno mancato di generare insoddisfazione in diverse realtà sociali ed economiche.
Il settore agricolo
Tra queste, spiccano in particolare le associazioni e le categorie del settore agricolo, un comparto strategico e sensibile che più di altri rischia di risentire dei nuovi provvedimenti e dei nuovi orientamenti di Bruxelles. Malumore, ad esempio, è giunto a fine novembre da Coldiretti Pesca, che ha espresso forte contrarietà alla proposta di Regolamento della Commissione europea sulle possibilità di pesca per il 2026 nel Mediterraneo. Un testo che “rappresenta un ulteriore attacco a una filiera che ha già pagato più di ogni altra in Europa il prezzo di restrizioni, chiusure, tagli allo sforzo e sacrifici imposti dalla politica comunitaria negli ultimi anni”, ha sottolineato senza giri di parole Daniela Borriello, responsabile nazionale Coldiretti Pesca.
La manifestazione di Bruxelles
Sul piede di guerra, fronte agricoltura, anche la Cia- Agricoltori Italiani, che il prossimo 18 dicembre insieme al Copa-Cogeca manifesterà a Bruxelles per difendere le istanze del comparto primario. “L’agricoltura non chiede privilegi, pretende rispetto. Non può essere una voce residuale del bilancio Ue, perché è la condizione stessa dell’Europa: garantisce cibo sicuro, tutela dell’ambiente, resilienza dei territori e futuro delle comunità. Per questo, il 18 dicembre saremo in piazza a Bruxelles, con oltre 5mila agricoltori e almeno mille trattori in arrivo da ogni parte del continente, per ribadire che il settore è primario per un motivo”, ha annunciato negli scorsi giorni il presidente di Cia-Agricoltori Italiani, Cristiano Fini.
A bocciare senza attenuanti il primo anno di commissione europea la Confeuro- Confederazione degli Agricoltori Europei: “Alla Presidente Von der Leyen, il voto è zero, lo stesso numero da cui l’agricoltura europea deve necessariamente ripartire. Serve ricostruire da fondamenta nuove, più eque e realmente orientate a valorizzare chi produce cibo e presidia i territori In questa fase così critica”. Insomma sono tante le criticità emerse nel settore primario in questi dodici mesi. E altrettante sono le politiche di Bruxelles, che non hanno convinto e non stanno convincendo totalmente le organizzazioni agricole: dalla risposta alla guerra tariffaria degli Stati Uniti all’accordo Ue-Mercosur, e soprattutto dalla proposta della nuova Pac, alla presentazione del quadro finanziario pluriennale dell’Unione Europea.
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