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Alcaraz–Ferrero, fine di un’era: perché il numero uno ha scelto di cambiare guida tecnica

di Andrea Scarso -


La notizia è di quelle che scuotono il mondo del tennis: Carlos Alcaraz e Juan Carlos Ferrero si separano. Una frattura che segna la fine di uno dei sodalizi più longevi e vincenti dell’ultimo decennio, proprio mentre lo spagnolo è tornato in vetta al ranking ATP e continua a dominare la scena Slam.

Non si tratta di un addio qualunque. Ferrero non è stato soltanto un allenatore: è stato il primo e unico coach di Alcaraz dall’inizio della carriera professionistica. Un rapporto nato quando Carlos era poco più di un bambino e cresciuto fino a trasformarlo nel tennista più completo e spettacolare della sua generazione.

Una scelta maturata nel tempo, non una rottura improvvisa

Dietro la separazione non sembrano esserci tensioni o divergenze personali. Al contrario, il messaggio pubblicato da Alcaraz sui social restituisce il senso di una decisione dolorosa ma ponderata, figlia di una necessità di evoluzione più che di una crisi.

Dopo sette anni insieme, 24 titoli complessivi e sei Slam conquistati, il numero uno al mondo ha sentito il bisogno di nuovi stimoli, nuove prospettive e, probabilmente, di un approccio diverso ad alcuni aspetti del suo gioco.

Un passaggio quasi fisiologico per chi, come Alcaraz, vive ormai in un confronto costante ad altissimo livello con Jannik Sinner. La rivalità tra i due non è solo tecnica, ma evolutiva: ogni dettaglio può fare la differenza.

Il precedente Sinner–Piatti e il peso delle scelte coraggiose

Non è un caso che molti osservatori abbiano subito richiamato il precedente di Sinner, che nel 2022 decise di interrompere il rapporto con Riccardo Piatti. Una scelta allora discussa, oggi considerata determinante per la maturazione definitiva dell’altoatesino.

Il parallelismo non è perfetto, il rapporto Alcaraz-Ferrero è stato più lungo e più vincente, ma il messaggio è simile: per restare al vertice serve il coraggio di cambiare, anche quando tutto sembra funzionare.

Chi guiderà ora Alcaraz? Le prime certezze e i molti interrogativi

Nel breve periodo, la continuità è garantita. Fino agli Australian Open, Alcaraz sarà seguito da Samuel López, attuale secondo allenatore del team. Una soluzione interna, rassicurante, che permette di evitare scossoni immediati.

Ma il vero nodo è il futuro.

Alcaraz ha già individuato il nuovo coach oppure si è preso del tempo per valutare? Arriverà una figura “forte”, magari con un passato da ex campione, o un profilo più analitico e specializzato? Per ora, tutto resta avvolto nel riserbo.

Non una fine, ma l’inizio di una nuova fase

Il messaggio di Alcaraz è chiaro e privo di ambiguità: non è un addio amaro, ma la chiusura di un capitolo fondamentale. “Mi hai aiutato a crescere come atleta e come persona”, scrive il campione spagnolo, sottolineando quanto il viaggio sia stato importante quanto i risultati.

Ora si apre una nuova pagina. E se la storia recente del tennis insegna qualcosa, è che le grandi carriere non si costruiscono evitando i cambiamenti, ma attraversandoli.

Per Alcaraz, il futuro comincia adesso. E come spesso accade ai numeri uno veri, la scelta più difficile potrebbe rivelarsi anche quella decisiva.


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