Politica

Corte Costituzionale, si dovrà attendere ancora per i nuovi membri

di Lino Sasso -


Si va verso un nuovo rinvio della votazione del Parlamento in seduta comune, in calendario nella mattinata domani, per l’elezione di quattro giudici della Corte Costituzionale. Nel gioco dei veti incrociati tra maggioranza e opposizione non si è infatti ancora superata l’impasse sul nome ‘tecnico’ che dovrebbe approdare alla Consulta con un voto bipartisan. Nel frattempo, come sempre accade quando simili appuntamenti si tirano troppo per le lunghe, diversi candidati sono stati ‘bruciati’ e la rosa dei papabili si restringe sempre più. E se dalla maggioranza Forza Italia punta il dito contro l’opposizione per il mancato accordo sul nome perché, per dirla come il segretario azzurro, “il problema è che il giudice indipendente deve essere al di sopra delle parti”, dall’altra parte del campo, con le medesime argomentazioni, si rispedisce la palla nel terreno avversario. Al netto di questo specifico scambio di accuse, la verità è che su partite complesse e delicate come questa è facile ingarbugliarsi e più ci si ingarbuglia più finiscono nel calderone anche altre questioni. Lo scetticismo del Quirinale a che alla Consulta approdino parlamentari in carica o anche ex ha scombussolato i piani di alcuni partiti, su tutti Forza Italia, così come la necessità che sia garantita la rappresentanza di genere complica ulteriormente il quadro. In questo clima, la tentazione di tirare la corda si fa particolarmente forte, così come quella di utilizzare altri argomenti un po’ per guadagnare tempo e un po’ per mischiare ulteriormente le carte. Alle voci di un rinvio della seduta di domani sono, infatti, immediatamente seguite indiscrezioni di fonti parlamentari che, in realtà già dalla scorsa settimana, legano lo sblocco dell’elezione dei quattro nuovi giudici della Corte Costituzionale al nodo relativo al presidente della Rai. L’apposita commissione di Vigilanza dovrebbe riunirsi questa settimana, ma anche sul dossier della presidenza di Viale Mazzini, bloccato ormai da oltre tre mesi, l’intesa tra i partiti non sembra essersi ancora trovata, con Forza Italia che continua a insistere sul nome di Simona Agnes e l’opposizione ferma, almeno finora, nel respingere al mittente la proposta. Un braccio di ferro che se non paralizza del tutto la presidenza del servizio pubblico, dove il consigliere anziano Antonio Marano, eletto dal Senato in quota Lega svolge il ruolo di facente funzioni, contribuisce però a rallentare ulteriormente la pratica riguardante i giudici della Consulta.


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