Politica

“Elly perde perché il comunismo non c’è più Giorgia. Apra al nuovo centro di Renzi e Conte”

di Edoardo Sirignano -

GIANFRANCO ROTONDI POLITICO


di EDOARDO SIRIGNANO

“Renzi o Calenda? Andreottianamente propendo per i due forni, sono sempre una comodità. Non mi stupisce se il Movimento diventi la nuova Margherita. Il leader di Italia Viva, invece, è la testa giusta per rompere la rigidità di questa legislatura. Elly ha perso perché ha comunicato al Paese una sorta di icona fantasmatica del comunismo, suscitando una reazione contraria e un voto di massa per il centrodestra”. Così Gianfranco Rotondi, leader di “Verde è Popolare” e riferimento indiscusso dei democristiani all’interno della maggiornanza Meloni commenta l’esito delle ultime amministrative, dove il centrodestra, a eccezione di Vicenza, ha vinto in tutti i Comuni capoluogo di provincia chiamati al voto .

In Spagna come in Italia vincono i popolari. Possiamo dire che sono diventati ago della bilancia a livello continentale?

In Europa i popolari non sono l’ago della bilancia, bensì la prima forza politica per storia e consenso.

Rotondi è stato considerato un precursore dell’alleanza tra centristi, ecologisti e conservatori. Questo modello può essere ripetuto anche a Bruxelles? Cosa ne pensa delle ultime uscite di Weber?

Mi è sempre piaciuto esercitare lo sguardo lungo, e mi fa piacere che mi venga riconosciuto di aver visto per tempo l’opportunità di una alleanza tra popolari conservatori ed ecologisti. Tuttavia in politica spesso vince chi arriva per ultimo, non chi è partito per primo.

Qualcuno dice che la fiamma della Meloni non sarà accettata in Europa. È davvero così?

La fiamma non è la mia storia, né la mia ossessione. Non mi ha creato imbarazzo sottoscrivere una candidatura sotto quel simbolo, perché nel 1995 sostenni l’alleanza con la destra di Fini, da cui Fratelli d’Italia proviene. La novità è che Giorgia Meloni ha ribaltato i rapporti di forza nel centrodestra, a favore della destra. Questo è il dato politico, non la fiamma, di cui penso che ai popolari europei non importi nulla, pragmatici come sono.

A partire da rinnovabili e green economy, diverse sono le convergenze tra Renaissance, il partito di Macron e la forza guidata dalla presidente del Consiglio. A parte le diatribe sui migranti, ci sono ancora le condizioni per un accordo?

Macron, ma anche Renzi, sostengono opzioni liberali con una certa intermittenza. Si tratta di vedere dove si fermerà il loro pendolo al momento delle scelte decisive. Da qui passa il futuro dell’Europa.

In questo senso può nascere un rapporto di collaborazione anche con i macroniani italiani guidati da Matteo Renzi, soprattutto per quanto concerne le riforme?

Mi sembra che sulle riforme il dialogo ci sia ed è un fatto positivo. Matteo Renzi è la testa giusta per rompere le rigidità di questa legislatura.

Un altro valido interlocutore è il Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte. Ha dimostrato, d’altronde, più di una semplice apertura in Rai. Come alleato chi preferisce tra l’ex premier pentastellato e il leader di Italia Viva?

Andreottianamente propendo per i due forni, sono sempre una comodità.

Il Movimento 5 Stelle può convivere con i simpatizzanti di FdI?

Il M5S è stato tante cose, è tante cose. Giuseppe Conte riafferma spesso la sua identità cattolico-democratica, non mi stupirebbe una evoluzione del movimento in forma di una nuova Margherita, sarebbe un fatto positivo per l’intera politica italiana.

Una luna di miele così lunga non si vedeva dai tempi della Democrazia Cristiana. Perché?

La verità è che il sistema si è stabilizzato. Dobbiamo essere tutti grati a Giorgia Meloni per aver scalato il centrodestra, determinandone la vittoria e dando così a tutta la politica italiana il respiro di una stagione di stabilità.

Quale la debolezza della sinistra? Forse era meglio un segretario meno di sinistra e più di larghe vedute per il Partito Democratico?

A me sembra che Elly Schlein, donna di vedute moderne e tutt’altro che banali, involontariamente abbia comunicato al Paese una sorta di icona fantasmatica del comunismo, così suscitando una reazione anticomunista e un voto di massa per il centrodestra. Solo così mi spiego un esito elettorale amministrativo plebiscitario per il centrodestra.


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