Politica

Forza Italia, Cattaneo: “Basta gruppetti, cerchi magici e correnti. Con Silvio niente di tutto ciò”

di Edoardo Sirignano -

ALESSANDRO CATTANEO FORZA ITALIA


di EDOARDO SIRIGNANO

“Basta gruppi, gruppetti, cerchi magici, amici o correnti. Con Berlusconi non ci sono mai state mozioni. Socialisti, democristiani e liberali, pur avendo identità diverse, venivano considerati allo stesso modo. Non capisco perché non si possa ripetere questo modello anche adesso”. A dirlo Alessandro Cattaneo, vice coordinatore nazionale di Forza Italia.

A differenza di come ipotizza qualche mal pensante, Forza Italia si è ripresa dopo la morte del Cav. Perché?

In queste settimane prevale il riconoscimento verso un grande leader. Ora, però, dobbiamo essere in grado di trasformare un consenso emotivo in qualcosa di stabile e crescente. La sfida attuale è far affermare il berlusconismo: un’area di valori, idee e riconoscibilità ben precisa, valori di cui hanno bisogno sia il centrodestra che soprattutto l’Italia. L’europeismo, il nostro essere atlantisti e garantisti sono un patrimonio per chiunque. Siamo insostituibili. Non c’è chi può farlo al nostro posto. Siamo i soli a essere realmente trasversali. Berlusconi, nel 1994, diede accoglienza e fece coesistere storie politiche differenti (socialisti, liberali, democristiani, repubblicani) su un progetto nuovo e orientato al futuro.

La sfida odierna è continuare a dare accoglienza casa a tutte queste anime, pur preservando le loro identità.

Il battibecco tra Gasparri e Ronzulli, però, non è certamente un buon segnale…
Ero presente, non c’è stato alcun battibecco. È stato tutto fin troppo romanzato. Si trattava di un semplice momento di confronto rispetto a una questione organizzativa. Tajani è la persona più autorevole e adatta a guidare il partito, pur essendo consapevoli che un Berlusconi nasce ogni mille anni. Prima, scherzando, ci definivamo il partito monarchico-anarchico. Oggi, invece, non c’è più il re e quindi la base è costruire una democrazia interna.

Tajani è in grado di tenere insieme tutti?

Siamo figli di una storia dove coesistono culture differenti, così come diverse classi sociali. Ci sceglie l’operaio come l’artigiano o il grande imprenditore. Bisogna, poi, tener conto di una distribuzione capillare sul territorio. Siamo il partito del Nord e del Sud, delle grandi città e dei piccoli borghi. Copriamo la rappresentanza profonda dell’Italia. Ciò deve essere mantenuto in ogni equilibrio. Ecco perché serve un percorso all’insegna di unità e inclusività. I buoni auspici ci sono, così come prevale il senso di responsabilità. A fare la differenza, però, saranno i fatti.

Cosa intende?

Bisogna stare lontani dalla deriva, che alcune volte in politica c’è. Basta gruppi, gruppetti, cerchi magici, amici o correnti. Con Berlusconi non ci sono mai state mozioni. Le persone migliori, quelle che hanno più consenso, qualità devono essere coinvolte e rese protagoniste.

C’è più di qualcuno che sostiene che il titolare della Farnesina immagina Fi come una mozione di un nuovo partito conservatore…

Smentisco tutto. La verità è l’esatto contrario. Tutti siamo impegnati affinché ci sia un’autonomia di Fi. Fedeli agli alleati, con un’identità ben precisa. Non a caso siamo gli attori protagonisti del Ppe in Italia. Col proporzionale alle europee correremo da soli. Non dimentichiamolo!

Tajani, intanto, non si ritrova con Salvini su Le Pen. Così non si rischia di spaccare la maggioranza?

Le formule europee sono diverse da quelle italiane. L’ambizione di esportare un modello vincente come il centrodestra voluto da Berlusconi, però, è una visione giusta. A dirlo i fatti. Abbiamo, infatti, avuto non pochi problemi a convivere con i socialisti. Non ci siamo ritrovati col loro ambientalismo sbagliato e a volte fanatico, così come sulle battaglie per la tutela delle case green. Queste sono sfide su cui il Ppe ha trovato più amici altrove. La stessa elezione della Metsola è nata con un centrodestra. Rispetto a Salvini, però, basta fare esami del sangue.

Il Carroccio è pronto ad avere responsabilità in Europa?

Lo è chiunque è abituato a stare al governo dei territori. La Lega ha tutte le carte in regola per dire la sua anche a livello continentale. La nostra sfida è ripetere quanto fatto da Berlusconi, in grado di portare a Palazzo Chigi una destra messa ai margini. Non a caso abbiamo un premier che proviene da quella storia. In Europa può accadere lo stesso. Dobbiamo avere il coraggio di fare da traino a un certo tipo di alleanze, ovviamente escludendo fanatismi vari.

Nel solito vociare estivo si parla di un avvicinamento tra Cattaneo e la Lega. Sono solo indiscrezioni?

Fanno sempre piacere gli attestati di stima, ma come dire? La mia storia parla per me, sono da sempre in Forza Italia, di cui oggi sono il vice coordinatore nazionale. Sono impegnato con tutte le mie forze nel rilancio del partito, così come mi aveva chiesto il presidente Berlusconi. Se Forza Italia non cambia, se Forza Italia non si snatura, non sarò certo io a cambiare!


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