Fuoco incrociato tra Iran e Israele: raid su Teheran, attacchi missilistici, e minacce dirette ai vertici
Israele colpisce la TV di Stato iraniana, Teheran risponde con nuovi missili: sale il bilancio dei morti. Netanyahu evoca l’ipotesi dell’uccisione della Guida Suprema. Ma Teheran apre uno spiraglio al dialogo.
TEHERAN / GERUSALEMME – La tensione tra Iran e Israele ha raggiunto un nuovo apice di drammaticità, dopo che un raid aereo israeliano ha colpito nella notte la sede della TV di Stato iraniana a Teheran, causando diverse vittime tra civili e personale.
L’attacco ha provocato una reazione immediata e violenta: l’Iran ha lanciato una nuova ondata di missili contro obiettivi militari israeliani, minacciando attacchi “per tutta la notte”. Secondo fonti ufficiali e conferme di agenzie internazionali, le forze armate israeliane hanno condotto un’operazione mirata nel cuore della capitale iraniana, puntando strutture ritenute strategiche per la propaganda e il coordinamento interno del regime.
La sede della televisione pubblica è stata distrutta in parte, provocando un numero ancora imprecisato di vittime. Alcune fonti locali parlano anche di possibili giornalisti uccisi durante il bombardamento.
La risposta di Teheran è stata immediata: missili a corto e medio raggio sono stati lanciati contro posizioni militari israeliane nei pressi di Haifa, Ashkelon e del deserto del Negev. Le sirene d’allarme hanno suonato per ore in molte città israeliane, mentre la contraerea ha intercettato parte dei razzi, ma si segnalano danni e almeno decine di morti.
In un’intervista rilasciata durante l’emergenza, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha lanciato una dichiarazione clamorosa: “Non escludo l’eliminazione fisica della Guida Suprema iraniana, Ali Khamenei. Israele si difenderà con ogni mezzo necessario”. Parole che suonano come una minaccia diretta alla leadership iraniana, mai così esplicita in un conflitto che da anni si muove tra ombre, operazioni segrete e guerre per procura.
In un contrasto apparente con il clima infuocato sul campo, secondo quanto riferisce il Wall Street Journal, l’Iran avrebbe manifestato una disponibilità a riaprire il dialogo per la de-escalation. Un segnale che conferma il doppio binario della strategia iraniana: massima fermezza sul piano militare, ma spiragli diplomatici per evitare un’escalation irreversibile.
Netanyahu, però, ha subito spento ogni ipotesi di negoziato: “Non siamo interessati a colloqui. Finché l’Iran minaccia la nostra esistenza, non c’è nulla da trattare”.
Gli osservatori internazionali temono ora un allargamento del conflitto. Le tensioni tra Iran e Israele non sono nuove, ma i recenti eventi rappresentano un salto di qualità pericoloso.
Il Medio Oriente si trova sull’orlo di un nuovo e potenzialmente catastrofico conflitto diretto tra Iran e Israele. Tra bombe che colpiscono sedi istituzionali, missili che solcano il cielo notturno e minacce che sfiorano l’assassinio politico, la diplomazia appare fragile come non mai. Il mondo guarda col fiato sospeso, in attesa di capire se prevarrà la logica del dialogo… o quella del fuoco.
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