Garlasco, il pompiere fa crollare l’alibi di Sempio
Nuove ombre sull'indagato per l'omicidio di Chiara Poggi: la prova dello scontrino potrebbe cadere
Garlasco – Il pompiere fa crollare l’alibi di Andrea Sempio. E inguaia ancor più il nuovo indagato per l’omicidio di Chiara Poggi, che ha sempre sostenuto come la mattina del 13 agosto 2007, mentre veniva uccisa la sorella del suo amico Marco, lui fosse rimasto a casa con suo padre fino alle 10 e che, al rientro della madre da alcune commissioni, si sarebbe recato in auto a Vigevano per andare in libreria.
Convocato dai carabinieri per chiarire tre strane telefonate fatte a casa Poggi quando Chiara era da sola, il 7 e l’8 agosto, Sempio aveva spontaneamente esibito, ben 14 mesi dopo l’omicidio, un biglietto del parcheggio delle 10.18, in modo da giustificare la sua presenza fuori Garlasco. In quel momento, infatti, quel ticket del parcheggio era un alibi, visto che l’orario della morte della ragazza era fissato tra le 10.30 e le 12.30. Attorno a quello scontrino, inoltre, sarebbero state costruite le versioni dei genitori, tenute salde in questi diciott’anni, seppure con qualche incongruenza emersa, ma non approfondita, nel 2017, quando Sempio era stato indagato per la prima volta, dopo la denuncia della difesa di Alberto Stasi sulla compatibilità del suo Dna con l’Ignoto 1 trovato sulle unghie della vittima.
La storia dello scontrino che fa l’alibi di Andrea Sempio: “Ne abbiamo cannata una”
“Ne abbiamo cannata una“, diceva il figlio al padre dopo gli interrogatori del 10 febbraio, quando gli inquirenti avevano chiesto dello scontrino. E ora quel ticket potrebbe svelare un falso, visto che ciò che è stato messo a verbale non combacia con le dichiarazioni del pompiere. Che il ruolo di Antonio avrebbe avuto un peso sulla situazione dei Sempio si era capito il 28 aprile 2025, quando mamma Daniela, convocata come testimone dai carabinieri del Nucleo Investigativo, aveva avuto un mancamento sentendo quel nome, che gli investigatori avevano attenzionato perché proprio con lui la donna si era scambiata alcuni messaggi sia la sera del 12 agosto che la mattina del 13, alle 8:47 e alle 9:09.
L’ipotesi, confermata ora dal pompiere, è che a prendere lo scontrino non sia stato il figlio, ma la madre, andata a Vigevano per incontrare l’amico, il quale era in servizio nella caserma che dista solo due minuti d’auto da quel parcheggio.
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