Garlasco, svolta nelle indagini: nel canale anche scarpe con la suola a pallini
La calzatura tra gli oggetti consegnati ai carabinieri lo scorso 15 maggio dal muratore di Tromello
Nel canale non solo gli attrezzi metallici, ma anche un paio di scarpe con la suola a pallini. È la clamorosa rivelazione, che potrebbe determinare un’accelerazione nel caso Garlasco, di Mustapha Etarazi, il muratore marocchino di Tromello che, lo scorso 15 maggio, ha consegnato una serie di oggetti ai carabinieri intenti a dragare la roggia, alla ricerca della presunta arma dell’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007.
A raccogliere l’incredibile dettaglio è stato il settimanale Gente, diretto da Umberto Brindani, al quale Mustapha ha assicurato: “Tra quella spazzatura, non c’erano solo gli attrezzi. C’erano anche un paio di scarpe con la suola a pallini. Se le ho tenute? No e non mi sarebbero andate bene: io ho il 42, quelle erano un 43, 44“. Un racconto, quello del marocchino, che se fosse accertato dagli inquirenti sarebbe molto significativo, visto che Alberto Stasi è stato condannato a 16 anni di prigione per lo più per quelle orme, rilevate davanti alla cantina dove il corpo della 26enne è stato gettato, che gli investigatori hanno determinato fossero state impresse da una scarpa Frau con la suola a pallini numero 42.
Una calzatura che non è mai stata trovata a Stasi, il quale ha sempre detto di non possedere scarpe di quella marca, mentre per l’accusa se ne sarebbe liberato subito dopo il delitto. Un elemento accusatorio che non è mai diventato una prova a carico, in quella sentenza di condanna, arrivata dopo due assoluzioni, che ha lasciato aperti una serie di dubbi. E oggi che Mustapha ha reso noto il ritrovamento di scarpe con quella stessa suola, proprio mentre l’inchiesta contro Andrea Sempio si starebbe arricchendo di una nuova consulenza “dinamica” su quelle orme insanguinate, che probabilmente potrebbero essere state lasciate anche da un numero di scarpa 43 o 44, gli accertamenti si fanno più serrati.
La Procura di Pavia, che ha indagato Sempio per l’omicidio in concorso con altre persone, avrebbe composto un quadro accusatorio che piazza l’indagato sulla scena del crimine. Per gli inquirenti, infatti, sarebbe suo il Dna sulle unghie di Chiara, l’impronta 33 sul muro delle scale della cantina e anche la strusciata di sangue 97F sulla parte opposta della parete. E ora spuntano le scarpe, che sarebbero compatibili con il 44 di Sempio. Una suggestione, al momento, tanto più che quelle scarpe sarebbero emerse dalla roggia sotto casa della nonna delle gemelle Cappa, che il “super testimone” scovato da Le Iene, Gianni Bruscagin, aveva indicato come il punto in cui si sarebbe udito un tonfo nell’acqua dopo che Stefania Cappa era entrata in casa con un borsone. In quello stesso punto, nel 2018, il muratore avrebbe pulito il canale, che “era molto sporco. C’era addirittura un materasso a ostruirlo. Quando l’ho tolto, tra il fango e la vegetazione ho trovato molta spazzatura. E anche uno zaino militare aperto, ormai consumato e alcuni attrezzi da lavoro. Un attizzatoio, un’ascia e la testa di un martello, mentre il manico si era ormai staccato. Li ho messi da parte nel mio deposito in caso mi tornassero utili”, ha raccontato a Gente, rivelando anche il ritrovamento delle scarpe. Calzature che Mustapha ha buttato, ma avrebbe comunque le prove. “Prove che ho tenuto da parte per motivi di lavoro, non perché avessi sospetti. Le consegnerò solo ai magistrati”, ha concluso.
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