Politica

Gasparri: “Abbassare la soglia del 3% vuol dire incoraggiare il baiardismo, le nullità”

di Edoardo Sirignano -

MAURIZIO GASPARRI


“Abbassare la soglia del 3% vuol dire incoraggiare il baiardismo, quelle nullità che non portano risultati, ma disordine”. A dirlo Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato ed esponente di spicco di Forza Italia.

Perché tale modifica è un passo indietro e non in avanti?

Si crea un inutile frazionamento del sistema politico. Dobbiamo, invece, consolidarlo. Troppi partiti e presenze generano confusione. Non a caso, oggi, hanno annunciato la loro discesa politica Baiardo, che vale zero voti e altri. Spesso ci sono ambizioni che non sono supportate da una possibilità di successo. Se crescono, però, le aspettative aumentano pure quelle nullità, che non ottengono risultati, ma portano solo disordine.

Qualcuno ritiene che la sua posizione sia dovuta alla recente crescita di Forza Italia?

Le mie dichiarazioni rispondono a un convincimento profondo. Crescita e decrescita le scopriamo solo quando si vota. Non si può andare dietro ai sondaggi. Occorre, piuttosto, svolgere un lavoro quotidiano, sperando che sia, prima o poi, premiato dagli elettori.

L’obiettivo degli azzurri è raddoppiare la soglia del 3%?

Il fine di Fi è illimitato. Uno spera di ottenere chissà quali obiettivi, dopodiché saremo lusingati da un risultato a doppia cifra, al di sopra del 10%. Non sappiamo, comunque, cosa accadrà fino alle europee di giugno. Siamo impegnati a cercare di affermare l’utilità di una proposta seria e matura. Nel frattempo, la gente compra lo scritto, faccio fatica a chiamarlo libro, di Vannacci. Gli umori popolari, a volte, premiano ancora forme di improvvisazione. Noi, invece, puntiamo sulla serietà. Speriamo che quest’aspetto, prima o poi, sia per noi una carta vincente.

Dietro Vannacci, a suo parere, può nascere un movimento politico?

Una volta Fassino disse a Grillo se vuoi parlare fonda un partito e prendi dei voti, pensando che non valesse nulla. Il M5S, poi, ha preso il 34% dei consensi, che oggi per fortuna non ha più. Serve, pertanto, essere prudenti nelle previsioni. Se ha ricevuto i voti una nullità, non escludo che possa prenderli un’altra. La democrazia è un grande patrimonio dell’umanità. A volte, tuttavia, la quantità non premia la qualità. Vannacci ha mostrato scarse attitudini letterarie e politiche, quelle militari non so giudicarle, sono sicuramente superiori. Detto ciò, non so valutare quanto varrebbe una sua discesa in campo. L’unica certezza è che non risolverebbe nemmeno un problema dell’Italia. È più facile scrivere quattro pagine dicendo che non bisogna scrivere sui muri e parlare al conducente. È un manuale per andare sull’autobus in modo corretto. Si potrebbe distribuire a ogni fermata.

La sua posizione e quella di alcuni suoi collegi di Fi e della Lega sulla soglia di sbarramento, intanto, potrebbe creare qualche divisione all’interno della maggioranza?

È una mia opinione, non una presa di posizione di Fi.

Sembra, però, essere abbastanza condivisa tra i suoi…

In genere dico cose che immagino siano il pensiero sostanziale della nostra realtà. Credo, comunque, quest’orientamento prevalga all’interno del partito. Non c’è alcun interesse ad abbassare la soglia del 3%. Così si incoraggia il baiardismo, che non va da nessuna parte oppure chi ha preso lo 0,9% alle politiche. Ci sarebbe solo un mercatino, un bric-à-brac, come si dice in politica.

Questa sua posizione, pur non ha avendo spaccato la maggioranza, ha irritato gli amici di Italia Viva…

Loro dicono di non averla chiesta la soglia più bassa. Allo stesso modo è un problema che non riguarda i renziani. Non raggiungerebbero neanche l’1%. Hanno, d’altronde, già cambiato nome. Non sono più “Italia Viva”, ma “Italia Viveva”.

Questo mondo, intanto, tenta di prendersi quello spazio che una volta apparteneva a Silvio Berlusconi…

Mi pare che Renzi abbia più successo in Arabia Saudita, come fatturato che in Italia come consenso. Sono più i milioni di dollari, di lupini, non so come lo pagano, che incassa che i voti che prende. Questi non sono milioni, ma alcune migliaia. Matteo, come Mancini e Messi, lo vedo proiettato verso le notti arabe.


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