Politica

Giustizia severa per Alemanno, in carcere per incontri politici

di Rita Cavallaro -


Il cugino di Matteo Messina Denaro che scappa perché il gip non ritiene necessario l’arresto, lo ‘ndranghetista più ricercato d’Italia dopo l’ultimo padrino che viene scarcerato perché è malato e perfino la mamma che ha ammazzato i suoi neonati ha diritto ai domiciliari. Perché nel nostro Paese il sistema penitenziario non è punitivo, come negli Stati Uniti, ma punta al reinserimento. Per tutti, tranne che per Gianni Alemanno. D’altronde la colpa dell’ex sindaco di Roma è imperdonabile: è un uomo di destra. Un politico sfuggito a quella giustizia che le ha provate tutte per dimostrare l’esistenza di Mafia Capitale e che, alla fine, è rimasta senza mafia, costretta a infliggere condanne blande, quando la Cassazione ha sentenziato definitivamente che quel sistema romano non era un’organizzazione mafiosa, ma un coacervo di interessi, da destra a sinistra passando per il centro, sintomatico nella gestione della res pubblica di una metropoli ingovernabile. Una prassi che non ha mai scosso le coscienze, finché il centrodestra non ha preso Roma dopo quarant’anni di governo di sinistra. E il primo cittadino ha dovuto pagare il fio per il Mondo di mezzo, con una condanna a un anno e dieci mesi per traffico di influenze. La pena era stata poi convertita con la misura alternativa della messa in prova ai servizi sociali, che Alemanno stava scontando recandosi una volta a settimana nella casa per madri maltrattate “Solidarietà e speranza”, gestita da suor Paola D’Auria. La sera di San Silvestro il colpo di scena: il Tribunale di Sorveglianza di Roma, che lavora alacremente anche a poche ore dal Capodanno, revoca con urgenza, manco avesse davanti un terrorista, la messa in prova, motivando la decisione con la violazione degli obblighi imposti durante il periodo di sorveglianza, ed emette il mandato di cattura per Alemanno. Che a quel punto non si dà alla latitanza, ma si presenta spontaneamente al carcere di Rebibbia per cominciare il suo anno nuovo in galera. Troppo pericoloso per poter rimanere a piede libero, perché avrebbe partecipato a incontri politici non autorizzati, accompagnati da documentazione falsa per giustificarsi, e avrebbe violato il divieto di incontrare persone con precedenti penali, come l’ex avvocato Paolo Colosimo. Irregolarità che sarebbero emerse in un’indagine per riciclaggio, nella quale Alemanno risulta coinvolto. Così insormontabili da spingere i giudici di Sorveglianza a lasciare in carcere l’ex sindaco, che adesso dovrà rimanere in galera per i prossimi 22 mesi perché si è permesso di partecipare a incontri politici di destra, anziché abbracciare la buona politica dei ProPal e di quelli che, in nome di Ramy, sono liberi di attaccare la polizia e mettere a ferro e fuoco le città.


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