Politica

I muscoli del capitano

di Ivano Tolettini -

MATTEO SALVINI MINISTRO


La leadership di Salvini è stabile dopo le incoraggianti, per lui, elezioni regionali di un mese fa in Lombardia e Lazio, ma i sondaggi nazionali certificano una sua intrinseca fragilità politica. Che dura da troppo tempo per un trend che appare difficile da rovesciare, vista una proposta programmatica che non scalda più i cuori del suo elettorato che ha rivolto le aspettative al forno concorrente di Fratelli d’Italia. La Lega pare avere smarrito la capacità di attrazione di buona parte dei tradizionali strati sociali del Nord Est e nelle intenzioni di voto è data poco sotto il 9%, più o meno sullo stesso livello delle politiche di settembre, a dimostrazione che il futuro per il Capitano si palesa in salita. La storia della Seconda Repubblica, del resto, difficilmente concede una seconda chance al capo partito che tracolla per obiettivi demeriti propri, dopo la tumultuosa ascesa culmina quattro anni fa quando di questi tempi il Carroccio veleggiava verso il 34%, mentre adesso il suo consenso è stato accaparrato dal partito di Giorgia Meloni che è stabile attorno al 30%. Basti pensare che in una settimana, per dire la psicologia dell’elettorato, la neosegretaria Elly Schlein è riuscita a riportare il Pd al 19%, con un balzo del 2,6%. La sete di novità è premiale, perché la discontinuità nelle leadership stagionate, com’è ad esempio quella di Salvini che da dieci anni è alla guida del più vecchio partito in Parlamento, paga, vista la sete di ricambio dell’opinione pubblica. Ecco perché i mugugni dentro il contenitore Lega non sono sopiti, soprattutto in Veneto, dove si è chiusa la stagione congressuale nelle sette province con i 445 delegati che dovranno eleggere il nuovo segretario regionale. L’ultimo segretario provinciale eletto, per acclamazione visto che era l’unico a metterci la faccia, è stato Denis Frison a Vicenza, che non si riconosce nella linea di Salvini ed è vicino all’assessore regionale Roberto Marcato, il quale vorrebbe andare presto al vedo per la segreteria regionale, mentre l’ordine che arriva da via Bellerio è quello di attendere l’esito delle amministrative (Regionali del Friuli Venezia Giulia e Comunali venete) che sono programmate a maggio. Alle urne saranno chiamati i cittadini di 49 Comuni (l’8,7% dei 563 municipi), ma il voto sarà indicativo perché voteranno i residenti di Vicenza e Treviso, oltre al 79,6% dei Comuni con più di 15 mila abitanti (39 su 49). Nel conto economico leghista sarà importante la consultazione regionale perché la riconferma del governatore uscente Massimiliano Fedriga è scontata, vista la solida maggioranza del centrodestra confermata alle politiche. L’attenzione degli osservatori sarà concentrata sul derby interno tra Lega e Fratelli d’Italia, visto che anche a Udine e Trieste il partito di Giorgia Meloni ha fatto ampi proseliti a danno del Carroccio; e dentro la Lega sarà analizzato il consenso sulle liste collegate, tra cui quella con il nome del 42enne governatore rappresenterà il sintomo dell’eventuale malessere anche in FVG.

MARCATO vs STEFANI

A contendersi la segreteria regionale leghista, dunque, saranno l’assessore regionale allo Sviluppo economico Roberto Marcato, che subito dopo la sconfitta alle urne di settembre ha dato plasticamente voce al malcontento dicendo che il commissariamento del partito a tutti i livelli ha deluso i militanti che un po’ alla volta si sono staccati dalla Lega avvertita sempre più come verticistica, e il talentuoso commissario regionale uscente del partito Alberto Stefani, trentenne di Borgoricco, che rappresenta l’ortodossia salviniana. Quest’ultimo assieme ai sottosegretari Massimo Bitonci e Andrea Ostellari costituisce l’asse al quale è attribuito quasi il 60% dei 445 delegati, che sono pronti a confrontarsi per dare voce ai tradizionali valori leghisti. Se Stefani dopo l’elezione per acclamazione di Frison ha spiegato soddisfatto che il Veneto è la prima regione a tradizionale vocazione leghista ad avere completato i congressi regionali, Marcato ha risposto che adesso parte il lavoro per l’elezione del nuovo leader regionale. Una corsa molto attesa anche alla luce delle scelte fatte da Salvini per il governo Meloni, quando ha escluso da qualsiasi posto di governo i parlamentari legati al governatore Zaia. Alimentando quei dissapori che sono stati evidenti anche nel confronto interno dove i rappresentanti delle varie anime del leghismo non se le sono certo mandate a dire. Sulla data del congresso, però, non c’è alcuna certezza. Marcato lo vorrebbe convocato addirittura prima delle consultazioni amministrative, tutt’al più in giugno, mentre non è escluso che si terrà addirittura in autunno. Ancora una volta l’ultima parola spetterà al Capitano.

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