Ambiente

“La colpa delle nostre scelte scellerate. Ora attenzione all’emergenza cibo”

di Edoardo Sirignano -

LUCA MERCALLI PRESIDENTE SOCIETA' METEREOLOGICA ITALIANA


“Due morti per il maltempo: la colpa è del mondo che cambia, ma anche di scelte scellerate. E ora che in Italia si faccia attenzione all’emergenza cibo. È solo uno dei tanti effetti del cambiamento climatico”. A dirlo il noto climatologo e divulgatore scientifico Luca Mercalli.
In Emilia si continua a morire per un temporale. Dobbiamo preoccuparci?
Quanto succede in quell’area è l’esempio perfetto di un fenomeno estremo. Mentre metà della Pianura Padana soffre la siccità, perché le piogge dell’ultimo fine settimana non sono certamente sufficienti a colmare diciassette mesi di arsura, il resto della regione fa i conti col fenomeno opposto. Nel giro di poche ore sono piovuti, soprattutto sull’Appennino, più di trecento millimetri di acqua. A distanza di poche centinaia di chilometri, ci sono scenari completamente diversi. Ciò vuol dire che stiamo ignorando un qualcosa di importante.
È un pressappochismo solo italiano?
Non mi sembra che ci siano nel mondo luoghi che brillano per impegno. In Italia del tema ambientale, comunque, si parla sempre troppo poco. È un argomento a cui non viene data la giusta priorità.
Perché?
Se ne parla solo durante le emergenze, solo quando capitano tragedie come quella odierna. La discussione, però, durerà solo qualche ora. Dopo si farà peggio di prima e si continuerà a ignorare un mondo che cambia.
Come catturare l’attenzione dell’opinione pubblica? Imbrattare i principali monumenti del Paese sembra, infatti, non aver prodotto risultati…
Stiamo parlando di un argomento che non crea soldi e consensi. La società, poi, non smania di essere investita in altri problemi. Ne ha già abbastanza. L’ambiente, quindi, viene sempre visto come qualcosa di rimandabile, anche dal singolo. Solo chi l’acqua in casa si accorge dell’importanza di rispettare la natura.
Quanto accaduto in Emilia, però, era prevedibile…
Mi risulta che i colleghi dell’Arpae abbiano evidenziato le piogge intense. Non si può, invece, sapere dove si rompe un argine. È un fenomeno non prevedibile. Quanto successo a Bologna, invece, è differente. Stiamo parlando di allagamenti diffusi, dovuti a un territorio particolarmente fragile.
Non è, quindi, solo colpa del clima?
Assolutamente no! Bisogna tener conto di aspetti come la cementificazione selvaggia, la cattiva manutenzione delle reti di drenaggio. È un qualcosa di complicato. Su un’alluvione non si può dire bianco o nero. Basta ricordare il caso di Ischia. L’abusivismo edilizio ha contribuito e non poco ad aumentare gli effetti di un temporale.
Qualcuno, intanto, sostiene che è finita la famosa “primavera italiana”…
Non è mai esistita. È un’invenzione letteraria. È abbastanza normale, in primavera, l’alternanza tra giornate gradevoli ed episodi di tempo inclemente, soprattutto al Nord. Quest’anno le piogge, hanno interessato, con particolare insistenza, pure il Mezzogiorno, che di norma comincia a uscire dalla zona delle precipitazioni nel mese di maggio. In Pianura Padana, questo periodo, invece, è normalmente uno dei più piovosi dell’anno. A testimoniarlo 250 anni di rilevamenti.
Dopo ci sarà, invece, un’estate caldissima, probabilmente più rovente di quella precedente?
Non lo sappiamo. Accontentiamoci di commentare i dati della scorsa estate, sicuri e rilevati dagli strumenti. Secondo queste ricerche, il 2022 è stato l’anno più caldo della storia in Europa occidentale, Italia inclusa. Non abbiamo alcun dubbio. Negli ultimi 150 anni, la temperatura è aumentata di due gradi. Ci stiamo, pertanto, riscaldando come tutto il pianeta e forse anche in modo più evidente rispetto ad altre regioni del globo. Lo testimoniano i ghiacciai dimezzati sulle Alpi, la tragedia della Marmolada della scorsa estate, la lunga siccità in Pianura Padana e appunto le ripetute e violente alluvioni.
Ci dobbiamo abituare a un Paese diverso?
Gli scenari per il futuro tengono tutti conto di un ulteriore incremento della temperatura. Questo è il dato con cui ci dovremo confrontare nei prossimi decenni. Bisognerà capire solo l’entità del fenomeno. Ciò dipenderà da quanto sarà rispettato l’accordo di Parigi. Se si sforeranno i limiti stabiliti, in Italia si vivrà come nel Nord Africa.
Avremo, ad esempio, una nuova fauna?
Stiamo parlando di fenomeni già attuali, che si verificano senza che ce ne accorgiamo. Le specie aliene di pesci tropicali nel Mediterraneo, col caldo della scorsa estate, sono raddoppiate. I nostri mari ospitano sempre più esemplari velenosi e non commestibili. Stesso ragionamento vale per la zanzara tigre, fastidioso insetto che trasmette virus che prima non c’erano. Ci sono, poi, sempre più coleotteri dannosi per l’agricoltura. Se non ci sbrighiamo, lo stesso cibo scarseggerà.
Spesso, però, non siamo artefici del nostro destino. Rispetto alle emissioni, più di qualcuno punta il dito contro la Cina, accusata di non rispettare quanto deciso a Parigi. È d’accordo?
Stiamo parlando di concezioni errate. La Cina inquina di più solo perché è popolata da un miliardo e mezzo di persone. Per dare un giudizio corretto, occorre verificare le emissioni pro capite. Se andiamo a vedere il dato, scopriamo che chi ha una casa a New York inquina il doppio rispetto a chi la ha a Pechino. Non dobbiamo considerare la nuova potenza ferma sul piano ambientale. Stiamo parlando, al contrario, di cha ha battuto ogni record su pannelli solari e auto elettriche.

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