Frana nel Goriziano. Un morto e un disperso. Versa: in 300 sui tetti
A Brazzano di Cormons, nel Goriziano, nel buio di una notte che ha flagellato la zona più a est del Friuli Venezia Giulia con centinaia di richieste d’aiuto, una colata di fango si è staccata dalla collina alle spalle della chiesa e ha travolto tre abitazioni. Ha spezzato una casa vecchia di tre piani, ha inghiottito l’altra che le era accanto, ha lasciato un grido sospeso: una vittima e una dispersa. Ieri pomeriggio è stato ritrovato il corpo del 32enne tedesco Quirin Kuhnert, che avrebbe tentato di salvare i vicini, risalendo verso l’ingresso dell’abitazione mentre la moglie correva in strada, illesa. Di Guerrina Skocaj, 83 anni, non c’è ancora traccia. Il marito dell’anziana è stato estratto vivo, con una frattura a una gamba.
La frana
La collina ha ceduto, il fango ha sommerso l’intera area, le squadre dei vigili del fuoco e della Protezione civile scavano senza sosta. L’assessore regionale, Riccardo Riccardi, ha dichiarato l’emergenza regionale e chiesto la mobilitazione nazionale: “La priorità ora sono le persone. Speriamo di trovare i dispersi in vita”. Da tutta la regione sono arrivate squadre specializzate Usar, unità cinofile, droni, elicotteri. È una lotta contro il tempo e contro la pioggia che, anche se in attenuazione, continua a colpire. In sei ore, a Cormons, sono caduti 152 millimetri d’acqua: un bombardamento meteorologico che ha innescato smottamenti, frane, allagamenti.
Esonda anche il fiume
Nel vicino abitato di Versa, frazione di Romans d’Isonzo, l’esondazione del fiume Torre ha costretto 300 persone a rifugiarsi sui tetti. I vigili del fuoco hanno operato per ore con gommoni ed elicotteri per portarli in salvo. “Il paese è con il fiato sospeso”, racconta un ex carabiniere che ha conosciuto Kuhnert: “È una persona buona e generosa. Era già in salvo e ha tentato di salvare Guerrina, non mi stupisce. Era nella sua indole”. Poche ore dopo, il miracolo non c’è stato: il giovane è stato trovato senza vita sotto metri di fango. Il dolore e la paura si mischiano all’incertezza: il vicesindaco di Cormons, Fabio Russiani, spiega che è stata istituita una zona rossa ai piedi del versante franato e sono state chiuse le scuole. Interi nuclei familiari sono stati evacuati per precauzione. Il Friuli Venezia Giulia, ancora una volta, è la fotografia più drammatica dell’Italia fragile. “L’allerta meteo fino alle 12 di oggi è arancio per l’Isontino, la Bassa Friulana e il Medio Friuli e gialla per l’Alto Friuli. Le previsioni meteo sono piuttosto incoraggianti, ma la situazione resta delicata in diversi Comuni”, sottolinea l’assessore regionale con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi.
GENOVA
Intanto, un’altra emergenza coinvolge da giorni Genova, la città che da anni vive un rapporto vulnerabile con piogge e nubifragi, che ha superato un fine settimana di allerta e di ferite aperte. Sono state 165 le segnalazioni arrivate alla Sala Emergenze, 62 allagamenti, undici alberi caduti, 14 frane. L’allerta gialla è scattata quando un albero è finito sui binari tra Borzoli e Acquasanta, bloccando treni e trafficando pendolari. A Pegli e Prà, zone già delicate, le mareggiate e i colpi di vento hanno fatto crollare calcinacci dai palazzi, mentre la frana di via Nicoloso da Recco ha invaso strade e aree private, compromettendo allacci elettrici e gas. La sindaca Silvia Salis, dopo i sopralluoghi, spiega che “Genova è splendida e fragile. Servono investimenti per proteggerla”. Dalla Protezione civile nazionale è arrivata solidarietà e promessa di supporto. Nel frattempo, squadre e volontari continuano a presidiare le aree più colpite, mentre si lavora per ripristinare una normalità continuamente messa alla prova.
TOSCANA
Il terzo capitolo dell’emergenza si apre in Toscana, dove nelle ultime 48 ore la fascia collinare dell’Alta Versilia ha registrato oltre 160 millimetri di pioggia. A Pietrasanta, una frana partita da un terreno privato ha colpito un’abitazione, fortunatamente senza feriti, ma costringendo a un’evacuazione immediata. In altre zone, smottamenti e allagamenti hanno tenuto impegnati vigili del fuoco e protezione civile fin dalla notte tra sabato e domenica. L’allerta idrogeologica è stata prorogata fino a questa mattina: previste nuove piogge, temporali e vento forte sulla costa e sull’Arcipelago. Le autorità parlano di “territorio provato ma monitorato”, il rischio resta alto.
UN’ITALIA SOSPESA
Il maltempo che risale la penisola, dalla linea del Collio al Levante ligure fino alla Versilia, restituisce la stessa immagine: un Paese vulnerabile, colpito in punti diversi, ma unito dalla fragilità. Frane, fiumi che cedono, reti idrologiche che non reggono più gli stress di precipitazioni sempre più violente. Oggi è il Friuli Venezia Giulia a portare il peso maggiore. A Brazzano si scava, si ascolta, si spera. A Versa, famiglie intere restano fuori casa. La priorità sono i dispersi, le vite appese al silenzio di un fango che non si ferma. Il resto verrà dopo: la conta dei danni, la ricostruzione, la discussione sull’ennesima emergenza diventata purtroppo routine.
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