Attualità

La sinistra radicale censura i giornalisti, il caso Mélenchon

Negato l'accredito a un giornalista sgradito, Le Monde insorge

di Cristiana Flaminio -


Anche la sinistra radicale “censura”, persino in Francia: Jean Luc Mélenchon ha negato l’accredito a un paio di giornalisti di Le Monde dal momento che uno dei due è “reo” di aver pubblicato un libro inchiesta sugli ingranaggi interni de La France Insoumise. La scelta di Mélenchon e del suo partito sta infiammando il dibattito interno in Francia e ha provocato più di un fastidio alla stampa transalpina che non ha certo accettato di buon grado l’iniziativa censoria del partito che, in teoria, dovrebbe essere il più lontano da certe dinamiche.

Mélénchon e i giornalisti sgraditi

Come riporta Le Figaro, La France Insoumise terrà un evento politico a Châteauneuf-sur-Isère, che è iniziato ieri e finirà domenica. Si tratta degli AmFis estivi, una sorta di “università politica” dell’estrema sinistra transalpina. Il giornalista Olivier Pérou (insieme alla collega Sandrine Cassini) aveva chiesto l’accredito, e nemmeno all’evento “fisico” bensì allo streaming in digitale. Ma gli è stato negato. Una decisione che ha portato il direttore de Le Monde a brandire carta e penna e a redigere un’indignata reazione alla scelta di Lfi. Motivata dal fatto che Pérou risulta tra i coautori del libro-inchiesta La Meute (Il branco ndr) che denuncia come il partito di Mélenchon sia retto da un sistema che, lungi dall’essere aperto, inclusivo e democratico, si rivela una sorta di confederazione di clan e tribù elettorali e politiche. Niente di nuovo sotto al sole.

La reazione di Le Monde

Il direttore Jerome Fenoglio s’è infuriato. E, di fronte all’accredito negato, è insorto: “Sosteniamo il nostro giornalista, abbiamo piena fiducia nella serietà e professionalità di Oliver Pérou e Sandrine Cassini, che continueranno a seguire i partiti di sinistra, tra cui LFI. Non scenderemo a compromessi sulla nostra libertà di scegliere i nostri giornalisti per coprire rubriche o eventi, che è parte integrante della nostra indipendenza editoriale”. La sinistra radicale francese se ne faccia una ragione, in pratica.

Il solito vecchio vizio

Jean Luc Mélenchon non è certo nuovo ad attacchi contro la stampa e i giornalisti. Il suo rapporto con l’informazione non è mai stato davvero sereno come testimoniano le denunce (e condanne) risalenti al 2022 quando definì “idioti” i cronisti di Radio2. Il vecchio leader della sinistra, in questo, non si rivela tanto diverso dal Rassemblement National che, con la stampa francese, ha in corso una feroce querelle.


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